Crescono i casi di clonazione delle carte nei supermercati: la Polizia Postale lancia l’allarme e spiega come difendersi dalla nuova tecnica della “carta bianca”.
Con l’aumento esponenziale dei pagamenti digitali, soprattutto nei punti vendita della grande distribuzione, si intensifica anche il rischio di truffe legate alla clonazione delle carte di pagamento. La Polizia Postale e delle Comunicazioni, guidata dal Direttore Ivano Gabrielli, ha recentemente segnalato un preoccupante incremento di frodi nel 2025, con particolare riferimento a un nuovo metodo denominato “carta bianca” o “white card”, che sta colpendo numerosi consumatori durante le operazioni di pagamento al supermercato.
La truffa della carta bianca: come funziona e perché è pericolosa
Il fenomeno di clonazione delle carte di debito e credito non è una novità, ma nel corso del 2025 le tecniche adottate dai criminali informatici si sono evolute notevolmente. I truffatori utilizzano dispositivi chiamati skimmer, i quali vengono installati in modo quasi invisibile sui terminali POS dei supermercati. Questi strumenti riescono a intercettare in tempo reale i dati contenuti sia nella banda magnetica che nel chip della carta, senza destare sospetti nei clienti.
La vera innovazione riguarda la cosiddetta “carta bianca”: una carta dotata di banda magnetica e chip programmabile, in grado di replicare i dati della carta originale. Grazie a questa tecnologia, i truffatori possono effettuare molteplici transazioni senza difficoltà, anche all’estero, causando danni economici ingenti alle vittime. Non è raro che, dopo aver effettuato un pagamento con il bancomat, l’utente si ritrovi con un addebito di 300 euro o più sul proprio conto corrente, senza aver autorizzato alcuna spesa aggiuntiva.

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Secondo i dati più recenti della Polizia Postale, i casi di clonazione nei supermercati sono raddoppiati rispetto all’anno precedente. La confusione e la fretta alle casse, insieme all’elevato numero di clienti, rappresentano un terreno fertile per i malintenzionati, che sfruttano ogni momento di distrazione per installare o attivare i dispositivi fraudolenti.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni, specialità della Polizia di Stato con competenze specifiche nel contrasto al crimine informatico, è in prima linea nella prevenzione e repressione di queste truffe. Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio dal gennaio 2022, coordina un’organizzazione articolata su 20 Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica (C.O.S.C) e 76 Sezioni Operative (S.O.S.C.) distribuite sul territorio nazionale, con il compito di monitorare, indagare e formare cittadini e imprese sulla sicurezza digitale.
La Polizia Postale non si limita alle indagini: conduce campagne di sensibilizzazione sui rischi del phishing e del social engineering, tecniche sempre più utilizzate per sottrarre dati personali e codici bancari. Inoltre, collabora con istituzioni come Poste Italiane e ABI per tutelare le infrastrutture critiche e garantire la sicurezza delle transazioni online.
Nonostante l’impegno delle banche, spesso i tempi di risposta per la risoluzione delle contestazioni sulle transazioni sospette sono lunghi, causando un significativo disagio economico e psicologico ai consumatori.

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