
Lo smartwatch salva la vita? - www.felicitapubblica.it
Con uno smartwatch al polso la tua vita potrebbe cambiare. Come? Avresti la possibilità di monitorare la tua salute
Tutti più o meno ci sentiremmo al sicuro se avessimo sempre al nostro fianco un medico pronto ad intervenire in caso di malori, soprattutto gravi. Un desiderio questo che potrebbe accomunare gli ipocondriaci o semplicemente gli sportivi.

Non c’è da immaginare chissà cosa perchè una tale possibilità è già realtà grazie alla nuova tecnologia e ai dispositivi sempre più pratici e a portata di mano. Come lo smartwatch. Chiamato comunemente orologio intelligente, questo piccolo accessorio da portare al polso combina le funzionalità di un orologio tradizionale con quelle di uno smartphone o di un fitness tracker. E’ dotato inoltre di un display touchscreen che consente di visualizzare notifiche, rispondere a chiamate, monitorare la salute e l’attività fisica, e persino installare applicazioni.
Si, monitorare proprio la salute. Questi device come si legge sulla Gazzetta dello Sport, sono diventati dei veri e propri guardiani della salute, tanto da riuscire a riconoscere anticipatamente sintomi più o meno gravi.
La ricerca ha dato ottime notizie
Lo smartwatch potrebbe anche salvarci la vita? Un recente studio del Mount Sinai Hospital di New York ha scoperto che gli smartwatch e altri dispositivi indossabili possono rilevare segnali precoci di riacutizzazioni nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD), come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, prima che i sintomi si manifestino.

I ricercatori hanno monitorato 309 partecipanti affetti da IBD che indossavano dispositivi come Apple Watch, Fitbit o Oura Ring che hanno registrato dati fisiologici quali frequenza cardiaca, variabilità della frequenza cardiaca (HRV), numero di passi giornalieri e livelli di ossigeno nel sangue.
Tali metriche forniscono informazioni sul sistema nervoso autonomo, che mostra cambiamenti significativi durante le riacutizzazioni delle IBD. Lo studio ha evidenziato che, durante le riacutizzazioni infiammatorie, i partecipanti presentavano una frequenza cardiaca più elevata e un numero inferiore di passi giornalieri rispetto ai periodi di remissione. Questi cambiamenti erano coerenti indipendentemente dal dispositivo utilizzato, offrendo così un’ampia applicabilità tra i vari prodotti disponibili sul mercato.
Questa scoperta apre nuove prospettive nell’uso della tecnologia indossabile per il monitoraggio e la gestione delle malattie croniche: “La nostra scoperta apre le porte all’uso della tecnologia indossabile per il monitoraggio e la gestione delle malattie in un modo che non avevamo mai preso in considerazione prima”, fa sapere Robert Hirten, direttore dell’Hasso Plattner Institute for Digital Health studioso di intelligenza artificiale applicata alla salute.
Gli smartwatch potrebbero offrire un metodo non invasivo e continuo per prevedere le riacutizzazioni delle IBD, consentendo ai medici di intervenire tempestivamente e adattare le terapie in modo più efficace. Inoltre, i dispositivi indossabili potrebbero distinguere tra riacutizzazioni infiammatorie reali e manifestazioni solo sintomatiche, una distinzione fondamentale nella gestione delle IBD, aiutando a evitare interventi medici non necessari.