Questa scoperta rappresenta un invito a sviluppare consapevolmente queste otto qualità, aprendo una nuova prospettiva sul vivere e bene.
Un recente studio condotto dall’Università Complutense di Madrid ha identificato otto caratteristiche comuni nelle persone che superano il secolo di vita, offrendo nuovi spunti sul cosiddetto elisir della longevità.
Questi tratti della personalità non solo aiuterebbero a raggiungere i 100 anni o più, ma potrebbero anche rappresentare delle vere e proprie strategie di vita da adottare per migliorare la qualità dell’esistenza.
Otto tratti della personalità per vivere oltre i 100 anni
La ricerca, pubblicata sul Journal of Happiness Studies, ha coinvolto 19 centenari spagnoli, di cui 16 donne e 3 uomini, con un’età compresa tra 100 e 107 anni. L’analisi ha portato all’individuazione di 35 tratti positivi, di cui otto sono stati definiti “centrali” in quanto presenti nella maggioranza dei soggetti studiati. Questi tratti sono: impegno, positività, vitalità, controllo, resilienza, socialità, motivazione intellettuale e intelligenza.
L’impegno si manifesta nella dedizione alla famiglia, al lavoro e agli obiettivi personali. Un esempio significativo è una donna di 107 anni che continua a gestire attivamente la propria famiglia, dimostrando come l’attività e la responsabilità possano contribuire a una vita longeva.
La vitalità si traduce in attività fisiche quotidiane: una centenaria intervistata ha dichiarato di cucire fino a 98 anni e di mantenersi in forma con cruciverba, sudoku e salite delle scale a piedi. Questo approccio attivo testimonia anche un forte senso di controllo sulla propria salute e sulle proprie capacità.
Il ruolo della socialità e della motivazione intellettuale
La socialità emerge come un elemento chiave: i centenari mantengono legami affettivi solidi e coltivano rapporti interpersonali attivi, elemento che favorisce il benessere psicologico e contribuisce a rallentare il declino cognitivo.

L’importanza di stare in compagnia- felicitapubblica.it
La motivazione intellettuale, ovvero la curiosità e il piacere di apprendere, si rivela cruciale. Tutti i partecipanti allo studio hanno imparato a leggere e scrivere, spesso in modo autodidatta, e hanno dedicato buona parte della loro vita alla lettura e all’apprendimento continuo, nonostante le difficoltà o l’assenza di un’istruzione formale.
L’intelligenza associata a una buona memoria e alla partecipazione attiva a conversazioni complesse è stata rilevata come un fattore determinante. Inoltre, il possesso di titoli accademici o professionali sembra correlato a una maggiore qualità e durata della vita.
Resilienza, positività e un messaggio di speranza
La resilienza, ovvero la capacità di affrontare e superare le difficoltà, è strettamente legata a un atteggiamento positivo e a una spiccata vitalità. I centenari hanno mostrato gratitudine per la vita, godendo appieno anche delle sfide incontrate e mantenendo un forte senso di autonomia e autodeterminazione.
Dolores Merino, coordinatrice dello studio, ha sottolineato come questi tratti possano essere coltivati da chiunque: “Non si tratta solo di un dono genetico, ma di un percorso che ognuno può intraprendere per migliorare la propria longevità e qualità di vita”.
A conferma dell’importanza di questi aspetti, il medico australiano Sunil Bhar, che dirige una clinica per anziani a Melbourne, ha evidenziato come le relazioni forti e l’attività costante aiutino a prevenire la depressione, una condizione spesso collegata a un sistema immunitario compromesso e alla demenza.

Come vivere bene e a lungo - felicitapubblica.it






