Ombrelloni e sedie sdraio lasciati in spiaggia libera: cosa dice la legge e quali sono i rischi che si corrono se lo si fa?
Con l’arrivo della stagione estiva, la questione del lasciare l’ombrellone sulla spiaggia libera per prenotare il posto diventa ogni anno un tema caldo tra bagnanti, autorità e legislatori. Ma qual è la normativa vigente e cosa si rischia veramente lasciando incustodite le proprie attrezzature balneari? Analizziamo i dettagli alla luce delle leggi attuali e delle disposizioni comunali.
Le conseguenze legali per chi lascia l’ombrellone incustodito
Le spiagge libere sono, come definito dall’art. 822 del Codice Civile, parte del demanio pubblico, un patrimonio collettivo a disposizione di tutti i cittadini senza alcun costo. Questo significa che l’occupazione continuativa di spazi con ombrelloni, lettini o sdraio, per riservare un posto, è vietata perché limita il diritto di accesso e fruizione da parte degli altri bagnanti.
Molti comuni italiani, per tutelare questa libertà, hanno introdotto regolamentazioni specifiche che vietano di lasciare attrezzature balneari incustodite sulle spiagge libere per tempi prolungati. La finalità è duplice: evitare l’occupazione abusiva del suolo pubblico e garantire la pulizia e la manutenzione degli arenili.
In alcune località, inoltre, sono vietati altri comportamenti come fumare, dormire con tende o roulotte e lasciare installazioni sportive permanenti, a meno che non siano autorizzate.

Ombrellone e sdraio in spiaggia: cosa dice la legge – felicitapubblica.it
Secondo l’art. 1161 del Codice della Navigazione, lasciare un ombrellone o altre attrezzature balneari incustodite in una spiaggia libera configura un’occupazione abusiva del demanio marittimo. Chi viene sorpreso a farlo rischia una sanzione che può arrivare fino a 516 euro, con la possibilità di un arresto fino a sei mesi nei casi più gravi o ripetuti.
Inoltre, gli enti locali hanno facoltà di intervenire con la rimozione forzata delle attrezzature lasciate abusivamente e il sequestro degli oggetti, per garantire il libero accesso e la sicurezza dei cittadini.
Va sottolineato che anche nel caso in cui il noleggiatore di ombrelloni posizioni personalmente sull’arenile le attrezzature per conto dei clienti in spiagge libere, si incorre nella stessa violazione.
Diritti e doveri dei bagnanti: oltre l’ombrellone
Oltre al divieto di lasciare oggetti in spiaggia, esistono altri diritti e regolamenti da conoscere per i bagnanti. Ad esempio, l’accesso al mare deve essere sempre libero e gratuito, anche nelle aree antistanti gli stabilimenti balneari concessi a privati. È illegittimo far pagare un ticket solo per poter raggiungere la battigia.
Per quanto riguarda il consumo di cibo, è permesso portare e mangiare qualsiasi alimento in spiaggia, purché si rispetti l’ambiente evitando di lasciare rifiuti plastici o pericolosi. Analogamente, il fumo all’aperto non è vietato a livello nazionale, ma diverse amministrazioni locali hanno introdotto divieti specifici per tutelare la salute e la pulizia degli arenili.
Anche le attività sportive sono regolamentate: è consentito allestire temporaneamente campi da beach volley o calcio, ma le strutture devono essere smontate al termine della giornata per non costituire un’occupazione abusiva del suolo pubblico.
Infine, la presenza di animali domestici sulle spiagge libere è generalmente consentita, purché rispettino le norme di sicurezza (guinzaglio e museruola). Gli stabilimenti privati possono invece applicare regolamenti differenti e richiedere autorizzazioni comunali per l’accesso.
La normativa evidenzia come la spiaggia libera debba essere un luogo di condivisione e rispetto, dove ogni cittadino può godere liberamente dell’arenile senza restrizioni o occupazioni indebite. Lasciare l’ombrellone o altre attrezzature per riservare lo spazio non solo viola la legge, ma mina il principio di equità e convivenza civile.

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