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Tsunami nel Mediterraneo, onde alte fino a 6 metri: gli esperti lanciano l’allarme

TsunamiTsunami nel Mediterraneo: è questa la zona più a rischio - Felicitapubblica.it

L’allarme degli esperti sul Mar Mediterraneo deve mettere tutti in allerta: queste zone sono a rischio tsunami, con onde alte 6 metri. 

Il Mediterraneo non è più considerato un’area immune dal rischio tsunami. Per anni si è ritenuto che la conformazione chiusa di questo mare e la mancanza di grandi faglie attive simili a quelle oceaniche lo proteggessero da onde anomale di grande portata.

Tuttavia, recenti studi e allarmi lanciati dalla Commissione oceanografica intergovernativa (IOC) dell’UNESCO indicano che entro i prossimi trent’anni un evento tsunami con onde alte oltre un metro potrebbe colpire alcune zone del Mediterraneo, con conseguenze significative per le coste e le infrastrutture.

L’area del Mediterraneo più a rischio tsunami

Storicamente, dall’inizio del XX secolo, sono stati registrati circa cento tsunami nel Mediterraneo e nei mari limitrofi, pari a circa il 10% degli eventi mondiali nello stesso periodo. Questa frequenza sottolinea come il rischio non sia affatto remoto. Tra le zone più vulnerabili spicca la cosiddetta faglia di Averroè, situata nel Mar di Alboran, tra la costa andalusa e il Nord Africa. Questa frattura nella crosta terrestre, dove le placche tettoniche scorrono lateralmente, rappresenta un punto critico per la possibile generazione di tsunami, innescati solitamente da terremoti sottomarini.

Un recente approfondimento pubblicato dal quotidiano spagnolo La Razon sottolinea che un sisma lungo la faglia di Averroè potrebbe generare onde alte fino a sei metri, capaci di raggiungere le coste spagnole in appena 21 minuti. Questo lascia ai residenti un tempo estremamente limitato, poco più di mezz’ora, per mettere in atto procedure di evacuazione verso l’entroterra. Nel caso in cui il terremoto si verificasse più a sud, in prossimità della costa algerina, le onde impiegherebbero circa un’ora e un quarto per raggiungere le coste, offrendo quindi un margine di tempo leggermente più ampio per le misure di emergenza.

Diversamente dagli tsunami oceanici che possono raggiungere altezze superiori a 20 metri, come quelli devastanti in Giappone o in Cile, gli tsunami del Mediterraneo – secondo Hélène Hébert, coordinatrice del CENtre d’ALerte Tsunami (CENALT) francese – hanno dimensioni più contenute. Le onde probabilmente si manterranno tra uno e due metri di altezza, ma ciò non diminuisce il potenziale impatto, soprattutto in relazione alla densità abitativa e alla presenza di importanti insediamenti turistici e portuali lungo le coste.

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Mar Mediterraneo: allarme tsunami, qual è il reale rischio – Felicitapubblica.it

Per contrastare efficacemente questo rischio, nel Mediterraneo è stata implementata una rete sofisticata di monitoraggio e allerta precoce. Questa rete è composta da boe oceanografiche e sensori sottomarini in grado di rilevare variazioni anomale nei livelli marini e trasmettere dati in tempo reale. Questi sistemi permettono di attivare tempestivamente le sirene di allarme e di coordinare le evacuazioni, riducendo così il rischio di vittime e danni materiali.

La consapevolezza crescente del rischio tsunami nel bacino mediterraneo sta spingendo le autorità locali e internazionali ad aggiornare le normative di sicurezza, a migliorare le infrastrutture di protezione costiera e a promuovere campagne di informazione e prevenzione rivolte alle popolazioni vulnerabili.

Il Mediterraneo, dunque, non può più essere considerato un “mare sicuro” senza rischi naturali di rilevanza. L’allarme lanciato dagli esperti dell’UNESCO e da centri specializzati evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e di investimenti mirati per prepararsi a eventi che, seppur meno catastrofici rispetto agli oceani, possono comunque avere impatti devastanti sulle comunità costiere.

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