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Attenzione: l’INPS ha deciso di sospendere e di revocare gli assegni. Chi rischia di più, cosa è cambiato e perchè.
La crisi che ha colpito l’Italia e non solo, sembra essere inarrestabile. Seppur ci sia stata una lieve flessione in positivo dell’inflazione, il carovita si fa sentire. I costi dei beni di prima necessità sono aumentati molto rispetto agli scorsi anni, finendo per mettere in ginocchio tantissime famiglie italiane.

Per sostenere i cittadini in difficoltà, lo Stato e gli enti nazionali hanno stanziato dei fondi da cui attingere per il finanziamento di bonus e misure agevolative. L’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è l’ente che svolge un ruolo determinante proprio nel garantire il benessere dei cittadini.
Sospensione e revoca assegni Inps: chi rischia
Tra le varie forme di sostegno che l’Istituto offre, ci sono anche gli assegni che sono un mezzo indispensabile per il supporto dei nuclei familiari in difficoltà e, altresì per garantire una certa stabilità economica. Gli assegni INPS sono prestazioni economiche indirizzate a diverse categorie di destinatari, disoccupati, nuclei familiari aventi un reddito che non supera un determinato tetto, pensionati e persone con disabilità.
Gli assegni INPS hanno un importo variabile e vengono destinati per la copertura di varie esigenze, come il supporto al reddito, l’assistenza ai figli, l’assistenza per i disabili e tanto altro. Ad esempio, l’assegno unico e universale, introdotto nel 2021, ha sostituito diverse forme di sostegno per i nuclei familiari con figli a carico.

La richiesta degli assegni INPS può essere presentata attraverso il sito web dell’Istituto, con l’ausilio di patronati o presso gli sportelli dedicati. Per la richiesta di ciascun assegno è necessario allegare la documentazione richiesta dal legislatore tramite la disciplina specifica. È importante prestare attenzione al rispetto dei requisiti e dei termini.
Gli assegni INPS rappresentano un importante contributo economico per molti cittadini italiani, i quali rischiano di cadere in povertà. Soprattutto negli ultimi anni, caratterizzati da una forte stabilità economica, gli assegni INPS hanno rappresentato un mezzo importantissimo per il sostentamento di molti. Proprio per questo, la notizia che è circolata negli ultimi giorni ha destato allarmismo.
Con un’ordinanza emessa il 9 gennaio 2025, il tribunale ordinario di Chieti, sezione lavoro, ha dichiarato l’illegittimità della revoca dell’assegno di inclusione a una madre divorziata con figli disabili e priva di occupazione. La decisione è stata resa nota e, segna un precedente importantissimo in materia di assegni per le famiglie in difficoltà. La questione vede protagonista una donna che ha regolarmente percepito l’assegno di inclusione da gennaio sino ad ottobre 2024, ma che senza alcuna motivazione, si era vista revocare il beneficio da parte dell’INPS.
La donna in questione non ha mai ricevuto alcuna comunicazione formale circa la revoca, si è rivolta dunque all’Avvocato Enrico Raimondi dell’Inca Cgil, il quale ha avviato una procedura d’urgenza ex articolo 700 c.p.c, chiarendo come la decisione dell’INPS fosse priva di ragionevolezza e non rispettasse i criteri di trasparenza e diritto alla difesa.
Il giudice del lavoro ha accolto le ragioni del ricorrente. “La mancata comunicazione da parte dell’INPS è illegittima e viola i principi di trasparenza amministrativa. La ricorrente ha dimostrato di possedere tutti i requisiti previsti dalla normativa e l’ordinanza ha dunque confermato l’illegittimità della revoca e ripristinato il diritto della donna a ricevere l’assegno di inclusione”.
Dunque, quando possono esserne revocati gli assegni INPS? È molto semplice: soltanto qualora vengano meno i requisiti sanciti dall’apposita normativa e, soltanto quando l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale si attenga alla procedura amministrativa senza ledere i diritti dei beneficiari.