Le modifiche fiscali sui carburanti sono dunque un elemento cruciale nel panorama dei costi di gestione auto per il 2026.
A partire dal 1° gennaio 2026, un’importante revisione delle accise sui carburanti modificherà in modo significativo il costo alla pompa per milioni di automobilisti italiani.
La nuova normativa, inserita nella Legge di Bilancio 2026, prevede un allineamento delle accise tra benzina e diesel che porterà a un abbassamento del prezzo per chi guida auto a benzina, ma a un aumento per chi utilizza il gasolio.
Risparmi per chi usa benzina, rincari per il diesel
Dal primo giorno del prossimo anno, la tassa sulle accise sarà uniformata a 67,29 centesimi per litro sia per benzina che per diesel. Questo porterà a un risparmio stimato di circa 4,05 centesimi al litro per chi rifornisce la propria vettura a benzina.
Per un pieno di circa 50 litri, tipico di modelli come la Fiat Punto, la riduzione complessiva sarà di circa 2,47 euro. Considerando un prezzo medio della benzina a 1,69 euro al litro, il costo di un pieno passerà da 84,50 euro a circa 82 euro. Su base annua, con due pieni al mese, il risparmio potrebbe superare i 60 euro.
Al contrario, i veicoli a gasolio subiranno un aumento speculare: il pieno da 50 litri costerà 2,47 euro in più rispetto ai prezzi attuali, equivalente a un aggravio annuo di quasi 60 euro. Questo incremento rappresenta una vera e propria “stangata” per i circa 16,6 milioni di italiani che guidano auto diesel, pari al 40,9% del parco circolante.
Impatti sociali ed economici dell’allineamento delle accise
Secondo il Codacons, l’allineamento delle accise avvantaggerà lo Stato, che potrà incassare circa 650 milioni di euro nel primo anno, una cifra molto superiore ai 120 milioni di euro incassati lo scorso anno con le precedenti aliquote. Tuttavia, gli introiti sono destinati a diminuire progressivamente fino al 2033.

I dettagli da conoscere – felicitapubblica.it
L’aumento del costo del gasolio potrebbe influenzare negativamente il mercato delle vetture diesel, già in calo nelle immatricolazioni recenti. Inoltre, categorie come tassisti e autotrasportatori saranno esentate dall’aumento grazie a specifici crediti d’imposta. Resta comunque consigliato agli automobilisti diesel di effettuare rifornimenti entro fine anno per evitare rincari significativi.
Dal punto di vista degli utenti, l’impatto sarà più pesante soprattutto per chi utilizza l’auto diesel per lavoro o lunghi spostamenti quotidiani. L’aumento infatti potrebbe incidere sensibilmente sul budget familiare di chi percorre molti chilometri, mentre gli automobilisti a benzina potranno godere di un modesto ma graduale risparmio.
Scenario dei consumi e prospettive future
I dati del 2024 confermano la predominanza del gasolio nel consumo nazionale di carburanti, con 24 milioni di tonnellate consumate contro 8,6 milioni di tonnellate di benzina.
La manovra del Governo, quindi, si inserisce in un contesto di forte diffusione del diesel, ma potrebbe rappresentare un freno all’acquisto di nuove auto a gasolio, accelerando la transizione verso motori più ecologici o ibridi.

Una dura mazzata per gli automobilisti - felicitapubblica.it












