Importanti novità riguardano l’accesso all’indennità di accompagnamento, un sostegno economico per le persone con disabilità grave.
In base all’ultima sentenza della Corte di Cassazione, depositata il 24 ottobre 2025, sarà più facile ottenere questo beneficio anche per chi necessita di una supervisione continua, senza dover dimostrare un’assistenza fisica permanente per la deambulazione. Contestualmente, l’INPS ha aggiornato gli importi dell’indennità, confermando il suo valore mensile a 542,02 euro a partire dal 1° gennaio 2025.
L’indennità di accompagnamento è un contributo economico erogato senza limiti di reddito e indipendentemente dall’età del beneficiario, a condizione che sia presente una minorazione che comporti totale inabilità. Come previsto dalla legge n. 18 del 1980, per accedere a questa prestazione è necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali:
- cittadinanza italiana o, per i cittadini stranieri, adeguata iscrizione anagrafica o permesso di soggiorno di almeno un anno;
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
- riconoscimento di totale inabilità (100%) dovuta a patologie fisiche o psichiche;
- per gli over 65 anni, difficoltà persistenti nello svolgimento delle funzioni tipiche dell’età;
- impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore.
Con la circolare n. 23 del 28 gennaio 2025, l’INPS ha comunicato l’aggiornamento dell’importo mensile dell’indennità, che passa da 531,76 a 542,02 euro, per un totale annuo di 6.504,24 euro. Tale cifra rimane invariata a prescindere dal reddito del beneficiario.
La sentenza della Corte di Cassazione: riconosciuta la supervisione continua come motivo valido
Un punto centrale della recente evoluzione normativa e giurisprudenziale riguarda l’interpretazione del requisito relativo alla impossibilità di deambulare autonomamente. Tradizionalmente, l’INPS ha spesso negato l’indennità a chi, pur non essendo completamente impossibilitato a camminare, necessita di una supervisione costante a causa del rischio di cadute o altre difficoltà. Questa prassi ha portato a numerosi contenziosi, con i tribunali che in molti casi hanno ribaltato la decisione dell’Istituto.
La svolta è arrivata con la sentenza n. 28212 del 24 ottobre 2025, con cui la Corte di Cassazione ha stabilito un principio di grande rilevanza sociale: chi ha bisogno di una “supervisione continua” è da considerarsi, a tutti gli effetti, incapace di camminare autonomamente. La Corte ha sottolineato che la presenza costante di un accompagnatore necessaria a prevenire cadute e incidenti equivale a una forma di inabilità alla deambulazione.
Il caso che ha portato a questa decisione ha origine da una controversia giudiziaria di Macerata, dove il Tribunale aveva negato l’indennità agli eredi di un richiedente. La documentazione sanitaria evidenziava un quadro grave, con andatura a piccoli passi, elevato rischio di cadute e necessità di aiuto in ogni attività che comporta spostamenti. La Cassazione ha ribadito che la supervisione non è un semplice supporto occasionale, ma una vera e propria condizione di non autonomia, sancendo così il diritto al riconoscimento dell’indennità.

Come richiedere l’indennità di accompagnamento: iter e documentazione necessaria- www.felicitapubblica.it
Per avviare la procedura di richiesta dell’indennità, il primo passo è rivolgersi al medico di base per ottenere un certificato medico introduttivo che attesti la condizione di non autosufficienza. Il certificato deve contenere elementi specifici e dettagliati:
- dichiarazione esplicita che la persona è “impossibilitata a deambulare” o che “necessita di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani della vita”;
- dati anagrafici completi del paziente;
- diagnosi precisa e descrizione dell’impatto della patologia sulla mobilità e sulle attività quotidiane;
- eventuali esami strumentali e referti specialistici di supporto.
È fondamentale evitare affermazioni generiche o poco chiare, che potrebbero compromettere il buon esito della domanda. Il certificato ha una validità di 90 giorni dalla data di rilascio, con un costo che mediamente oscilla tra 50 e 100 euro.
La domanda deve essere presentata esclusivamente online attraverso il portale INPS (www.inps.it), utilizzando il codice PIN personale o tramite intermediari come patronati e associazioni di categoria (ANMIC, ENS, UIC, ANFASS). Dopo la presentazione, il richiedente sarà convocato per una visita presso la Commissione Medica Legale dell’ASL, che valuterà la documentazione e la situazione sanitaria per confermare il diritto all’indennità.
Implicazioni e prospettive future
La recente sentenza della Corte di Cassazione rappresenta una svolta importante nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, riconoscendo come sufficiente la necessità di supervisione permanente per ottenere l’indennità di accompagnamento, ampliando così la platea dei beneficiari. Questo orientamento potrebbe contribuire a ridurre il contenzioso giudiziario e a garantire maggiore equità nell’accesso al sostegno economico.
Allo stesso tempo, l’adeguamento degli importi da parte dell’INPS testimonia l’attenzione delle istituzioni verso il valore reale del sostegno economico, che tiene conto dell’inflazione e del costo della vita, assicurando alle persone con disabilità un aiuto più adeguato alle esigenze attuali.
Gli interessati sono invitati a monitorare costantemente le comunicazioni ufficiali dell’INPS e a rivolgersi ai medici e ai patronati per un corretto supporto nella presentazione della domanda, al fine di garantire un iter efficiente e senza intoppi burocratici.

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