Crisi missilistica di Cuba, Usa e Urss lasciano il mondo col fiato sospeso

14 ottobre 1962 – Gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica generano il panico fra tutti i popoli del mondo perché si teme che le due superpotenze siano alla vigilia di una guerra nucleare. Motivo dell’attrito tra i due Paesi è la contesa di Cuba dove governa Fidel Castro che nel tempo consolida sempre più i rapporti commerciali con l’Urss. Riveste un ruolo fondamentale anche il fallimentare tentativo d’invadere l’isola – il famoso “Sbarco nella baia dei Porci” – che spinge l’Unione Sovietica a implementare il proprio apparato miliare.

La scintilla che rischia di dar vita a una vera e propria guerra nucleare si verifica nel 1962, in questo stesso giorno di ottobre, quando un aereo spia americano U2 ha la prova che i sovietici stiano installando delle basi missilistiche a Cuba, poste in direzione degli Stati Uniti.

Impera la tensione, si susseguono dichiarazioni tra i due presidenti John Fitzgerald Kennedy e Nikita Krusciov, agli U.S.A viene imposto il blocco navale. La diplomazia internazionale si dimostra all’altezza della situazione e riesce a calmare gli animi bollenti e, al contempo,  papa Giovanni XIII sprona un accordo tra le parti. Si chiede all’Unione Sovietica di rimuovere i missili da Cuba e agli Stati Uniti di smantellare quelli disposti in Turchia.

Vincono diplomazia e buonsenso, il mondo tira un sospiro di sollievo.

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