Affitto non pagato da 4 anni, la proprietaria: “Situazione insostenibile, nessuno interviene”
Quattro anni di occupazione abusiva e mancati pagamenti dell’affitto hanno trasformato l’abitazione di una professoressa di lettere in un caso emblematico di difficoltà nel garantire il rispetto dei diritti di proprietà immobiliare. A Pesaro, la vicenda di una famiglia con tre figli che occupa un appartamento senza versare alcun canone da oltre quattro anni continua ad alimentare tensioni e disagi, mettendo in luce le complesse dinamiche tra diritto, sociale e intervento istituzionale.
La proprietaria, la professoressa Giovanna Paleani, è una donna impegnata tra lavoro, cura del padre novantenne e famiglia. Da anni, la sua proprietà è occupata illegalmente da una donna quarantenne con tre bambini, che non solo non versa l’affitto ma non ha mai voluto lasciare l’abitazione, nonostante il provvedimento di sfratto emesso dall’autorità giudiziaria. La situazione ha assunto contorni paradossali e per la professoressa si è trasformata in un “loop senza fine”, dove ogni tentativo di liberare l’immobile si traduce in un nulla di fatto, aggravando la sua condizione psicofisica.
“Ogni volta che mi presento con l’ufficiale giudiziario e torno a mani vuote, mi sento umiliata e ferita”, ha raccontato Paleani. La donna sottolinea il peso di dover accollarsi di fatto tutte le spese di condominio e la difficoltà di convivere con una situazione che le nega il diritto fondamentale di disporre liberamente del proprio bene.
Nel giugno scorso, l’intervento della Questura di Pesaro si è rivelato impossibile senza la collaborazione dei servizi sociali e la presenza di una soluzione abitativa alternativa per la famiglia. Le autorità locali hanno confermato che, pur avendo fornito sostegno economico e proposte di aiuto, non dispongono di alloggi disponibili né possono intervenire direttamente nelle trattative con proprietari privati. La responsabilità della ricerca di una nuova sistemazione ricade dunque sulla famiglia stessa, rendendo inefficace l’azione di sgombero senza un’alternativa concreta.
Il nuovo accesso previsto per luglio 2025 dalla forza pubblica non potrà avvenire senza il coinvolgimento dei servizi sociali e l’individuazione di un alloggio per i minori coinvolti. Innumerevoli sono stati gli interventi dell’ufficiale giudiziario, accompagnati da una montagna di documenti e comunicazioni, che però hanno evidenziato come ogni soggetto coinvolto abbia “le mani legate”.
In sostanza, la famiglia che occupa illegalmente l’appartamento rimane lì fintanto che non deciderà di andarsene spontaneamente, mentre la proprietaria è costretta a sostenerla economicamente, con tutte le conseguenze del caso.
Il caso della professoressa Paleani è emblematico di una problematica più ampia che interessa molte città italiane, dove la tutela del diritto di proprietà si scontra con situazioni di disagio sociale. La professoressa, madre di una bambina di otto anni e figlia unica di un anziano di 99 anni, denuncia come la legge riconosca formalmente i suoi diritti, ma le istituzioni sembrino incapaci di farli rispettare: “Se esistono norme che tutelano il mio diritto di proprietaria, devono esserci istituzioni capaci di farle rispettare, altrimenti non esiste né Comune, né forze dell’ordine, né Stato.”
Il disagio psicofisico provocato dal protrarsi di questa situazione è notevole, con ricadute sulla salute e sulla serenità personale della proprietaria, costretta a vivere una condizione di incertezza e impotenza.
Pesaro, capoluogo della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, è una città di circa 95.000 abitanti, affacciata sul Mare Adriatico. La città è nota per il suo patrimonio storico e culturale, oltre che per la qualità della vita riconosciuta con la Bandiera Blu e la Bandiera Verde, simboli di un ambiente vivibile e a misura di famiglia.
Il Comune di Pesaro, pur impegnato nel fornire supporto sociale ed economico, si trova spesso a dover gestire situazioni complesse come quella descritta, dove il diritto di proprietà si scontra con esigenze di tutela sociale e protezione dei minori.
La normativa vigente e le prassi amministrative impongono la necessità di una stretta collaborazione tra forze dell’ordine, servizi sociali e istituzioni locali per affrontare casi di occupazioni abusive, soprattutto quando coinvolgono nuclei familiari con minori.
Il caso di Pesaro rappresenta un esempio concreto delle difficoltà operative che possono verificarsi nell’applicazione del diritto alla proprietà privata, soprattutto in presenza di situazioni sociali fragili. La vicenda della professoressa Paleani e della famiglia occupante è seguita con attenzione da diverse istituzioni, ma al momento l’assenza di soluzioni abitative alternative e la complessità delle procedure di sfratto continuano a generare una situazione di stallo che si ripercuote negativamente su tutti gli attori coinvolti.