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Silvio Berlusconi al Colle? Meglio non insistere

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Siamo alle prime schermaglie per l’elezione del presidente della Repubblica. Dopo tanto parlare di Draghi, questi sono i giorni di Silvio Berlusconi. Il Centrodestra ha fatto la prima mossa, indicando il Cavaliere come proprio candidato. L’interessato, dopo aver sollecitato, a mezzo telefono, molti grandi elettori, si è riservato di “accettare” la candidatura. PD, 5Stelle, LEU, Italia Viva hanno rinviato al mittente la proposta, chiedendo una figura “super partes” e un patto tra le forze politiche per completare la legislatura.

Corre obbligo sottolineare che il Centrodestra ha tutta la legittimità per avanzare una candidatura, anche quella del Cavaliere. Nessuno dimentichi che Berlusconi ha vinto numerose competizioni elettorali, ha guidato il Governo per circa un decennio e ha dettato l’agenda politica per oltre vent’anni. Quindi, nessuno può porre veti o giudicare sdegnosamente questa candidatura. Anzi, va presa davvero sul serio.

Per questa ragione vorrei provare a mettere in fila alcune ragioni che, a mio parere, consigliano di evitare che Silvio Berlusconi vada al Colle.

  1. Berlusconi ha 85 anni, è troppo anziano per questa importantissima carica. Disperato quel Paese che non ritiene di avere altra possibilità che ricorrere alla grandissima età.
  2. Berlusconi è candidato per ambizione personale, per mettere l’ultima figurina nel suo album. Neppure l’indicazione della sua coalizione è sincera e convinta. Il Quirinale è non un trofeo individuale.
  3. Berlusconi è intrinsecamente uomo di parte, capo partito, leader di coalizione. Difficile immaginarlo come arbitro e garante.
  4. Berlusconi è ancora un importante uomo d’affari con numerose partecipazioni imprenditoriali, dirette e di famiglia. Inevitabile il sospetto di conflitto d’interessi.
  5. Berlusconi è quanto di più divisivo ci sia nel panorama politico nazionale. Non servono grandi analisi per rendersene conto, basta uno sguardo, anche rapido, agli ultimi trent’anni.
  6. Berlusconi ha avuto infinite vicende giudiziarie, di ogni tipo e di diversa gravità. Non basta che quasi tutte si siano concluse per lui positivamente (qualcuna grazie a prescrizioni e sapienti cavilli legali). Resta indelebile il loro ricordo nella memoria della collettività. E poi, riuscite a immaginarlo a capo del Consiglio Superiore della Magistratura?
  7. Berlusconi ha tenuto comportamenti privati discussi e discutibili. Le sue “storie” non si addicono a un autorevole presidente della Repubblica.
  8. Berlusconi non ha un profilo internazionale adeguato. Anche in questo caso è sufficiente scorrere la stampa internazionale degli ultimi anni.

Queste brevi considerazioni sono più che sufficienti per sconsigliare lo stesso Centrodestra a insistere su questo nome. Se anche dovesse essere eletto, il Paese diventerebbe un “campo di battaglia” come dalla metà degli anni 90 all’inizio dello scorso decennio. Di tutto abbiamo bisogno meno che di questo ritorno al passato. Anzi, il Centrodestra ha in mano una carta straordinaria: ritirare con rammarico la candidatura del Cavaliere e proporre quella di una donna di profilo istituzionale. Chi potrebbe opporsi? D’altra parte nessuno può dimenticare che l’elezione del presidente della Repubblica non si può ridurre a un mero scontro tra coalizioni politiche, soprattutto oggi che nella costituzione materiale del Paese questa figura ha assunto un peso sempre più rilevante.

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