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Siamo alle prime schermaglie per l’elezione del presidente della Repubblica. Dopo tanto parlare di Draghi, questi sono i giorni di Silvio Berlusconi. Il Centrodestra ha fatto la prima mossa, indicando il Cavaliere come proprio candidato. L’interessato, dopo aver sollecitato, a mezzo telefono, molti grandi elettori, si è riservato di “accettare” la candidatura. PD, 5Stelle, LEU, Italia Viva hanno rinviato al mittente la proposta, chiedendo una figura “super partes” e un patto tra le forze politiche per completare la legislatura.
Corre obbligo sottolineare che il Centrodestra ha tutta la legittimità per avanzare una candidatura, anche quella del Cavaliere. Nessuno dimentichi che Berlusconi ha vinto numerose competizioni elettorali, ha guidato il Governo per circa un decennio e ha dettato l’agenda politica per oltre vent’anni. Quindi, nessuno può porre veti o giudicare sdegnosamente questa candidatura. Anzi, va presa davvero sul serio.
Per questa ragione vorrei provare a mettere in fila alcune ragioni che, a mio parere, consigliano di evitare che Silvio Berlusconi vada al Colle.
Queste brevi considerazioni sono più che sufficienti per sconsigliare lo stesso Centrodestra a insistere su questo nome. Se anche dovesse essere eletto, il Paese diventerebbe un “campo di battaglia” come dalla metà degli anni 90 all’inizio dello scorso decennio. Di tutto abbiamo bisogno meno che di questo ritorno al passato. Anzi, il Centrodestra ha in mano una carta straordinaria: ritirare con rammarico la candidatura del Cavaliere e proporre quella di una donna di profilo istituzionale. Chi potrebbe opporsi? D’altra parte nessuno può dimenticare che l’elezione del presidente della Repubblica non si può ridurre a un mero scontro tra coalizioni politiche, soprattutto oggi che nella costituzione materiale del Paese questa figura ha assunto un peso sempre più rilevante.
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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