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Qualche settimana fa abbiamo ricordato il dramma che si sta consumando sul confine tra Bielorussia e Polonia dove migliaia di migranti cercano di entrare in Europa ma vengono sistematicamente ricacciati indietro dalla polizia e dall’esercito polacchi. Restano isolati tra i boschi esposti alle intemperie invernali, in carenza di cibo e acqua, ai limiti della sopravvivenza. A decine muoiono di freddo e di stenti, molti bambini.
Qualcuno ha la fortuna di vedere in lontananza una luce verde. È il segnale inviato da qualche generosa famiglia polacca che offre loro un rifugio sicuro, cibo caldo, accoglienza e amicizia.
È stato Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, a comprendere per primo la forte valenza simbolica di questo segno lanciando un appello: “accendiamo le lanterne verdi alle finestre, sui balconi, sui presepi e sugli alberi natalizi. Sono segni di pace e di solidarietà”.
Dopo poche ore il suo appello è stato raccolto da migliaia di persone, da comunità laiche e religiose. Tra queste la chiesa di Santa Maria dei Miracoli in piazza del Popolo a Roma che ha proposto di illuminare i presepi con una lanterna verde, “come quella che tanti cattolici polacchi appendono alle loro case per far sapere che lì c’è soccorso e fraternità”. Scrive padre Ercole Ceriani, rettore di Santa Maria dei Miracoli: “sarebbe bello che questo Natale tutti mettessero una lanterna verde alla finestra e nel presepe”.
Sul versante laico è Marco Damilano, direttore de L’Espresso, riprendendo l’iniziativa dell’ANPI di Colleferro, a proporre di accendere in ogni casa una piccola luce verde, “nel buio, un segnale di resistenza. Resistere all’indifferenza, al tramonto della solidarietà su cui si è fondata la costruzione europea dopo la seconda guerra mondiale”.
Il 18 dicembre, giornata internazionale per i diritti dei migranti, è Save the Children a rilanciare l’iniziativa #lanterneverdi, illuminando con luci verdi la propria sede romana. Ha subito risposto all’appello il sindaco di Roma Gualtieri decidendo di illuminare dello stesso colore anche il Campidoglio. “Abbiamo voluto rilanciare questa iniziativa – afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – perché crediamo sia importante dare un segnale di umanità e di solidarietà e siamo orgogliosi di avere accanto anche il Comune di Roma in questo momento”. Il Campidoglio illuminato di verde “in segno di solidarietà è il segnale di una comunità forte, che aderisce ai valori del rispetto dei diritti umani, radici su cui l’Europa intera è stata fondata e dei quali non si deve dimenticare”.
Abbiamo ancora tempo per unirci a questo messaggio collettivo. Nei presepi, nelle case, negli uffici, nei luoghi pubblici e in quelli privati una lanterna verde aiuterà a ricordare che il buio dell’indifferenza può essere squarciato anche da una piccola luce verde che guida il cammino e annuncia una speranza.
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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