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Il riscaldamento globale sta spingendo i tonni a una vera migrazione verso est, creando molti problemi alle varie isole del Pacifico che dipendono dalla loro pesca.
Soprattutto piccole isole come Kiribati e le Isole Cook – che fanno parte del cosiddetto SIDS, un acronimo che significa Small Island Developing States cioè piccole isole che ospitano Paesi in via di sviluppo) – sono sotto osservazione perché potrebbero essere le prime a venir colpite dagli effetti a breve termine del riscaldamento globale.
Effetti che, come sappiamo, possono essere di tutti i tipi, come innalzamento dei mari, stravolgimenti climatici e cambiamenti radicali nella fauna ittica di quei luoghi. In particolare, secondo uno studio pubblicato su Nature Sustainability, una decina di queste isole potrebbe, nei prossimi anni, perdere una fetta importante del loro PIL a causa della migrazione dei tonni, spinta soprattutto dall’aumento delle temperature oceaniche.
Nello specifico, lo studio si concentra su tre specie di tonno pescate in quella porzione di Pacifico: il tonnetto striato (Katsuwonus pelamis o Skipjack), il tonno a pinne gialle (Thunnus albacore o Yellowfin) e il tonno obeso (Thunnus obesus o Bigeye).
Tutte e tre le specie rappresentano una fetta enorme dell’economia delle piccole isole del Pacifico e non soltanto perché vengono pescati e rivenduti, ma soprattutto perché altri Stati pagani ogni anno dazi consistenti per poter accedere alle loro acque territoriali e potervi pescare.
Stiamo parlando di volumi enormi dal momento che più del 50% di tonni pescati in tutto il mondo arrivano da queste aree e le tasse di accesso fanno entrare nelle casse statali del territorio una grossa percentuale di Pil.
Purtroppo le popolazioni di tonno del Pacifico si stanno spostando in massa verso est, in cerca di acque più fresche e profonde. Se da un lato questo creerebbe enormi problemi all’economia di quei luoghi, dall’altro l’emigrazione in acque internazionali renderebbe ancora più difficili le operazioni di conservazioni delle specie che ovviamente procedono sempre più in fretta verso l’estinzione, anche a causa della pesca eccessiva.
Da questa pesca viene, per il momento, escluso il tonno rosso (Thunnus Thinnus o Bluefin) che vive prevalentemente nell’oceano Atlantico, però la sua pesca intensiva da parte del Giappone rende anch’esso in pericolo di estinzione. Non viene però consumato in Italia perché le sue carni contengono una quantità di mercurio eccessiva rispetto ai nostri standard.
Insomma, quando gustiamo del tonno, sia esso fresco o conservato, soffermiamoci a pensare al fatto che tra qualche anno non potremo più farlo con facilità e certamente non ai prezzi di oggi.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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