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Quasi certamente, almeno una volta nella vita, ognuno di noi si è chiesto se sia veramente necessario e obbligatorio portare con sé un documento di riconoscimento in tasca o nella borsa.
Ebbene, è giusto sapere che il rifiuto di esibire la carta d’identità a vigili, polizia e carabinieri non costituisce reato; è solo vietato non fornire indicazioni sula propria identità.
Naturalmente le forze dell’ordine hanno il potere di chiedere i tuoi dati anche senza una ragione apparente, ma per motivi di pubblica sicurezza.
La domanda successiva che ci arrovella è: se sono sprovvisto di un documento valido che attesti le mie affermazioni, potrei essere portato in Questura? Sono domande che si pone il normale cittadino che non ha nulla a temere dalla giustizia ma che, nello stesso tempo, non vuole riempire il portafogli ricolmo di diverse tessere e documenti. In realtà la Cassazione, in una piuttosto recente sentenza (n. 42808/17 del 19.09.2017) stabilisce che ci si può rifiutare di esibire la Carta d’Identità a un carabiniere o un poliziotto, senza per questo commettere reato. Infatti, il Codice Penale con l’art. 651 punisce solo chi si rifiuta di fornire indicazioni sulla propria identità ma non la mancata esibizione di un documento (la pena è l’arresto fino a un mese o un’ammenda fino a 206 euro). Anzi, è consigliato tenere a casa e ben custoditi i documenti di riconoscimento come Carta d’Identità e Passaporto, che potrebbero venirci rubati o essere smarriti, dovendo affrontare poi costi e pratiche burocratiche lunghe per averne i duplicati.
Inoltre, la Corte di Cassazione, fa un’importante precisazione: chi si rifiuta di esibire un documento d’identità alle forze dell’ordine, può al massimo violare la norma prevista sul testo unico di pubblica sicurezza ma solo se si tratta di persona pericolosa o sospetta.
Ne consegue che se, non ci sono motivi di ritenere che la persona fermata abbia commesso o stia per commettere un illecito, le si possono chiedere solo le generalità e indirizzo , residenza e stato familiare. E niente altro. Quindi, niente carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria, passaporto. Si fa eccezione per la patente e i documenti attestanti la proprietà, nel caso che si stia guidando un’auto.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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Praticamente una favola, poiché non si può sapere se un soggetto è un delinquente e decide di dare informazioni errate alle forze dell’ordine, se una persona è in buona fede non ha bisogno di omettere di consegnare il proprio documento, se mettete in giro queste informazioni poi capita il ragazzino spavaldo che dice di chiamarsi topo Gigio ed abbia a fantasilandia e le forze dell’ordine si sentiranno prese in giro una volta di più. Se tutti ci si comportasse in modo corretto non dovrebbero neppure esistere queste difficoltà di approccio con chi è impegnato al controllo.
Dare generalità false si incorre in un reato penale ….. direi sconsigliabile ! Altra cosa è la legge è nessuno può chiedere i documenti di identità se non durante un fermo di autorità giudiziaria…. Con verbalizzazione di ciò che avviene ovviamente….
Nel caso in cui la forza in questione dica che io sono un caso “sospetto” posso ovviamente ricorrere a riprenderlo con il cellulare, lui comunque potrà inventare il fatto che io sia un “caso sospetto”, senza magari aver fatto nulla, e inventare l’attimo prima del fermo. In pratica questa cosa non vale, qualsiasi forza potrebbe dire che io stavo commettendo un illecito, o sembravo una persona sospetta: si dovrebbe specificare i casi in cui qualcuno può risultare “sospetto”.