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Secondo un nuovo studio sembra che anche il nostro corpo abbia una data di scadenza.
Da sempre l’uomo è curioso di sapere per quanto tempo potrà realmente vivere e se ci sia un modo per vivere in eterno. L’età media mondiale di un essere umano è di 71 anni ma questo è un numero influenzato da una miriade di fattori esterni: malattie, inquinamento, cibo, stress. Ma senza tutti questi fattori e se il nostro corpo fosse perfetto, quanto tempo potremmo vivere?
Alcuni pensano che in queste condizioni potremmo vivere quasi in eterno e che non esistano limiti biologici all’immortalità ma solo problemi pratici. Altre correnti di pensiero, come quella appartenente all’ultimo studio condotto, dicono che il limite esiste e che è anche possibile calcolarlo: secondo i ricercatori è compreso tra 120 e 150 anni.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications da un gruppo di ricercatori della compagnia biotech di Singapore Gero.
Il modo per calcolare la nostra data di scadenza biologica è quella di unire tutti i dati che abbiamo disponibili: l’età media della nostra specie, la nostra conoscenza delle malattie e sugli altrettanti processi di guarigione. Il team di ricercatori ha analizzato le analisi del sangue di 500.000 individui, prendendo in considerazione la presenza nel sangue di due diverse categorie di globuli bianchi e le differenze di dimensioni dei globuli rossi. Questi due valori aumentano con l’età e vengono quindi utilizzati come punti di riferimento dell’invecchiamento del corpo. Gli individui hanno subito diverse analisi del sangue e la variazione del tempo dei valori sopracitati. Secondo i ricercatori, con il passare degli anni il nostro corpo impiega sempre più tempo a guarire dopo una malattia o un infortunio e a un certo punto il tempo di ripresa diventa sempre più lungo e il corpo non riesce più a rigenerarsi al 100%. Questo conto alla rovescia porterebbe la nostra data di scadenza tra i 120 e i 150 anni, superati i quali diventa biologicamente impossibile sopravvivere.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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