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Mimmo Lucano è un pericoloso criminale?

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Mimmo Lucano non è un personaggio che susciti grandi simpatie. Odiato dalla destra, visto con diffidenza dalla sinistra moderata, può vantare qualche estimatore solo nella sinistra radicale e negli “irregolari”. Eppure la sperimentazione di Riace avrebbe meritato qualche attenzione in più, considerato che il Paese fa tanta fatica a mettere in piedi qualsiasi strategia di integrazione dei migranti degna di questo nome.

Ma proviamo a ripercorrere le vicende giudiziarie che hanno colpito il sindaco del piccolo Comune calabrese. Nell’ottobre 2018 l’arresto. La Procura di Locri lo accusa di reati che spaziano dall’associazione a delinquere all’abuso d’ufficio, dalla truffa alla concussione, dal peculato alla turbativa d’asta e alla falsità ideologica. Ma il vero “vulnus” consiste nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Tuttavia il Tribunale del Riesame non ha condiviso la scelta degli arresti domiciliari non ravvedendo “condotte penalmente rilevanti”, anzi valutando “inconsistente” il quadro giuridico delle accuse, “fondato su elementi congetturali e presuntivi”. D’altro canto la Cassazione, seppure in sede cautelare, ha escluso il reato di frode alla pubblica amministrazione a carico dell’ex primo cittadino.

Eppure qualche giorno addietro, il 17 maggio, il pm di Locri Michele Permunian ha chiesto che l’ex sindaco sia condannato a quasi otto anni di prigione. Per Lemlem Tesfahun, la compagna di Lucano, 4 anni e 4 mesi. L’accusa ha poi chiesto tre assoluzioni e per gli altri imputati condanne che variano da un minimo di 6 mesi a un massimo 7 anni e 11 mesi; complessivamente 70 anni di carcere per 27 imputati e un risarcimento danni da 10 milioni.

“A Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto”, ha sostenuto il pubblico ministero nel corso della sua requisitoria, “la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato”. “Il denaro qui è arrivato in quantità ma ai migranti sono finite le briciole”, ha insistito il procuratore capo Luigi D’Alessio, nessun “nobile dell’accoglienza”, quindi, ma una “mala gestione che ha penalizzato proprio i migranti andando a favorire clientele con le associazioni che beneficiavano dei finanziamenti”.

Naturalmente l’indagine della Magistratura ha provocato la decadenza di Lucano dal suo ruolo di sindaco. Le elezioni hanno decretato la vittoria del leghista Antonio Trifoli – successivamente dichiarato ineleggibile dal Tribunali di Locri, con sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria -, che ha prontamente provveduto a smantellare il modello di accoglienza messo in piedi nei precedenti trent’anni. Ma il seme gettato da Lucano ha trovato terreno fertile nel piccolissimo Comune di Camini, a pochi chilometri da Riace, dove si è avviato un processo di accoglienza diffusa e di integrazione dei migranti, ripopolando un borgo ormai ai limiti dell’abbandono. E Mimmo Lucano non si arrende e annuncia il suo prossimo impegno elettorale a fianco di Luigi De Magistris nelle prossime regionali calabresi.

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