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Il nuovo progetto di Google è un sistema di rilevazione terremoti in grado di aiutare le persone a mettersi in salvo. Una rete di smartphone antisismica.
Già esistono alcuni sistemi che aiutano a rilevare la presenza di terremoti, come ShakeAlert, attivo in alcuni stati USA, che si basa sui dati raccolti da una rete di sismografi distribuiti sul territorio.
Questo sistema già in uso dovrebbe dare qualche minuto di vantaggio alle persone che si trovano nell’area che sta per essere colpita, diffondendo un allarme nella popolazione – tramite sirene, messaggi su cellulari etc – che ha una manciata di secondi per prepararsi all’arrivo dell’evento sismico. I secondi dipendono da dove si trova l’epicentro del terremoto. Anche in Giappone esiste un sistema simile. ShakeAlert però ci ha messo 15 anni per essere creato e collaudato e sono stati spesi milioni e milioni di dollari per il progetto.
Ma l’idea di Google è quella di sostituire la rete di sismografi tradizionali, utilizzati negli altri sistemi, con una rete di smartphone, sfruttando la capacità di rilevare movimento con gli accelerometri. Questi dovrebbero rilevare le onde sismiche nel terreno. Una volta registrata l’attività sismica viene inviato un messaggio di allerta alla popolazione. Ci devono essere più di 100 telefoni in una zona per rilevare le scosse, e questo non è di certo un problema oggigiorno. I telefoni Android già rilevano in via sperimentale i terremoti, ma solo i ricercatori possono accedere ai dati. Finora sono stati rilevati più di 1000 terremoti nel mondo nel giro di un anno e sembra che gli avvisi siano piuttosto veloci e precisi.
Ma cosa ne pensano gli esperti sismologi? Alcuni hanno accolto la lieta notizia, ma altri credono che il sistema debba essere ulteriormente migliorato in particolare per le regioni scarsamente popolate e dove, quindi, si hanno a disposizione pochi smartphone. Inoltre, c’è il cavillo dei terremoti che hanno origine nel mare e a meno che non si vive in mezzo all’oceano non è possibile registrare l’arrivo di uno tsunami.
Ma a parte questi piccoli aggiustamenti potrebbe essere, in futuro, un modo per salvare migliaia di persone.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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