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Joe Biden e le scene più toccanti della sua vittoria

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Lo ammetto, non sono una grande appassionata degli Stati Uniti d’America. Non ci sono mai stata e non è tra i primi viaggi che farei. Non apprezzo una lunga serie di contraddizioni che caratterizza il popolo americano, non amo particolarmente la loro musica, non vedrei mai oltre la metà della loro produzione cinematografica, per non parlare del loro cibo. Così come non nutro particolare interesse per tutto ciò che viene racchiuso sotto la bandiera a stelle e strisce, allo stesso modo non mi ha mai appassionato più di tanto la politica americana in senso stretto.

Fatta questa doverosa premessa, non posso non riconoscere che si tratta di un Paese che non si può semplicemente ignorare per scarsa simpatia, così come sarebbe assurdo non riconoscere l’importanza della scelta del suo presidente per il mondo intero.

E’ per questa ragione che ho seguito con interesse le ultime elezioni presidenziali, parteggiando senza se e senza ma per il democratico Joe Biden e sperando con tutta me stessa che il popolo americano mettesse finalmente alla porta della Casa Bianca Donald Trump. Un finale scontato? Non necessariamente considerando il grande consenso che, nonostante tutto, il tycoon repubblicano ha continuato a portarsi dietro, sia oltreoceano che altrove (a cominciare dall’Italia dove alcuni esponenti politici si sono schierati in prima linea a suo sostegno). Un seguito che ora è più agguerrito che mai nel sostenere la sua tesi del complotto e dei brogli elettorali che renderanno tutt’altro che semplice la transizione tra le due presidenze.

Ma al di là dei risultati, ci sono però alcuni avvenimenti degni di nota che, se pure non dovessero passare tutti alla storia, sicuramente saranno ricordati da molti (sicuramente da me) per i prossimi anni.

Kamala Harris. Il primo è senza dubbio legato al nome del vicepresidente degli Stati Uniti. Il numero due della Casa Bianca sarà per la prima volta nella storia del Paese una donna. E che donna! Nata da padre giamaicano e madre di origini indiane, c’è chi l’ha definita la Obama al femminile. Ma Harris non ha bisogno di paragoni. Laureata con il massimo dei voti in legge alla Howard University, è stata procuratrice generale della California fino al 2016 per poi, nel 2017, prestare giuramento come senatrice degli Stati Uniti, diventando la seconda donna afroamericana e la prima senatrice di origini indiane nella storia degli Stati Uniti. Di lei, difficilmente dimenticherò il video della prima telefonata al presidente Biden. Tenuta sportiva e capelli raccolti, come una qualsiasi runner della domenica in un parco, sprizzante di gioia e di commozione, pronuncia queste semplici parole: “We did it, Joe. You’re going to be the next president of U.S.” (Ce l’abbiamo fatta, Joe. Sarai il prossimo presidente degli Stati Uniti) prima di esplodere in una sana risata.

Le bugie interrotte. Uno dei momenti che difficilmente potrà essere dimenticato è la scelta di alcune tv americane di interrompere la diretta del presidente uscente Trump davanti alle sue evidenti bugie. Nel corso di una conferenza stampa, il tycoon ha parlato delle elezioni come di “un furto, uno scandalo coperto dai media e da sondaggi ridicoli. Se si contano i voti legali vinco io, se si contano i voti illegali perdo, ma non lo permetterò”. Immediata la reazione delle principali emittenti televisive – MsNbc, Nbc, Abc, Cbs e Cnsbc -, che per la prima volta nella storia dell’informazione televisiva americana hanno deciso di sfumare la diretta dalla Casa Bianca per chiarire agli spettatori che le affermazioni del presidente erano “false” e non sostenute da “alcuna prova”. Una presa di posizione che ricordato, qualora ce ne fosse bisogno, che il vero giornalista ha il dovere morale di raccontare solo la verità al suo pubblico.

L’abbraccio dei nipoti. Un’altra scena che a mio avviso merita di essere menzionata è quella immortalata da uno scatto – pubblicato da Naomi Biden e diventato subito virale in tutto il mondo – che racconta di un futuro presidente degli Stati Uniti in versione più intima, più umana. E’ Joe Biden sull’uscio di casa travolto dall’abbraccio dei suoi nipoti, tra cui Naomi appunto. Perché anche gli uomini più potenti della Terra hanno bisogno dell’amore e del sostegno della propria famiglia.

Le lacrime di Van Jones. “Last but not least” (ultimo ma non per importanza) è la reazione dell’attivista e avvocato, ex consigliere di Barack Obama alla Casa Bianca, Jones che alla notizia della vittoria di Biden non è riuscito a trattenere le lacrime in tv. “Oggi è più facile essere un genitore, un padre; oggi è più facile dire ai tuoi figli che comportarsi in un certo modo conta, che dire la verità conta, essere una buona persona conta”. Jones ha aggiunto “se sei musulmano in questo Paese, non devi preoccuparti se il presidente non ti vuole qui. Se sei un immigrato, non devi preoccuparti se il presidente sarà felice di far rapire i bambini o rimandare indietro i ‘Dreamers’ senza motivo. Questa è la vendetta per molte persone che hanno davvero sofferto”. E ancora “lo slogan ‘I can’t breath’ non è solo di George Floyd, ma di tante persone che avevano addirittura paura a respirare nell’America di questi anni, dove le persone che una volta si vergognavano di dimostrare in pubblico il loro razzismo diventavano giorno dopo giorno sempre più cattive, malvagie”. Un discorso sentito, frutto di sensazioni vissute sulla propria pelle e su quella dei propri cari, che ha commosso me, l’America e il mondo.

Perché davvero, con l’uscita di scena di Trump, tra qualche mese l’America sarà un posto migliore in cui vivere per migliaia e migliaia di persone che negli ultimi anni hanno visto cancellare tanti dei loro diritti. O almeno è questo quello che ci auguriamo tutti.

Buon lavoro Joe! Buon lavoro Kamala!

God (e non più gold) bless America! 

Il direttore

Vignetta di copertina: Freccia.

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