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Prezzi decisamente aumentati a causa del Covid 19

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Sia l’Unione Consumatori sia CODACONS hanno lanciato in questi mesi di pandemia da Covid 19 l’allarme del rincaro dei prezzi, in diversi settori.

Le segnalazioni che le due associazioni hanno ricevuto dai cittadini sono davvero innumerevoli e si tratta sia di beni primari come alimentari, sia di servizi, come ad esempio i parrucchieri.

Proprio riguardo questi ultimi, ha parlato Massimiliano Dona – presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – spiegando: «Alcuni consumatori ci hanno segnalato una novità. Alcuni centri estetici e parrucchieri avrebbero introdotto un contributo extra, una sorta di tassa di solidarietà per le varie spese aggiuntive, come quelle di sanificazione. Insomma, una Covid tax. Per ora si tratta di singoli casi isolati. Li invitiamo, comunque, a ripensarci spontaneamente. Ci sono, infatti, forti dubbi sulla legittimità di una tale pratica, anche nel caso la “sovrattassa” fosse segnalata in modo chiaro e trasparente, considerato che il consumatore deve pagare per il servizio reso, non dare contributi per le spese sostenute, salvo siano su base volontaria”.

Proseguendo poi col dire: “Non è un caso se l’Antitrust ha avviato un’indagine pre-istruttoria sull’andamento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità, detergenti e disinfettanti. Certo per questi prodotti si è registrato un aumento della domanda, ma questo non può spiegare incrementi dei prezzi così elevati, specie se si considera che si tratta di dati medi e che molti commercianti e supermercati hanno responsabilmente tenuto fermi i listini”.

Se è abbastanza naturale che, a fronte di un aumento della richiesta, rincari l’offerta, prendendo come parametro il dato FOI dell’inflazione del mese di aprile –che ha registrato una variazione tendenziale  pari a 0 sull’anno precedente – si è potuto notare che la farina è aumentata dell’1,5% in un solo mese, le patate del 3,7% (sempre in un mese), il pane confezionato dell’1,7% , i detergenti e prodotti per la pulizia della casa del 4,2% su base annua.

Discorso a parte merita la frutta che, nel mese di maggio ha fatto registrare rincari altissimi, con tendenza annuale del più 40,8% per le pesche, oppure più 28,3% su ciliegie e albicocche; sulla verdura non ci sono dati certi e generali, pur avendo subito rincari di vario genere.

Per non parlare di mascherine, disinfettanti, guanti monouso per la protezione personale che hanno raggiunto prezzi epocali, e nonostante questo era impossibile trovarli.

Eppure, sui media non vediamo altro che pubblicità di prodotti o di insegne di supermercati che segnalano offerte esclusive e continuate. Ma, quando avrete riempito il vostro carrello con i prodotti che siete soliti acquistare, vi accorgerete che la vostra spesa vi è costata addirittura un 20-30% in più rispetto ai periodi ante epidemia e  lockdown.

Del resto, il clima non ci ha certo aiutato per i prodotti agricoli e noi stessi abbiamo consumato di più per non abbandonarci alla noia del lockdown. Un’altra sorpresa del Covid 19 che fa male alle nostre tasche e che, come al solito, colpisce le fasce più deboli.

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