Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
È stato reso noto dal Ministero degli Interni di Parigi, sabato 16 maggio, un bilancio dell’anno 2019 sulle aggressioni a carattere omofobo contro persone appartenenti alla comunità Lgbt. Purtroppo, nel corso dello scorso anno le violenze sono fortemente aumentate nel Paese transalpino, tant’è vero che le forze dell’ordine francesi hanno riscontrato ben 1.870 casi, contro i 1.380 del 2018. Un aumento che in percentuale si traduce con una crescita addirittura del 36%.
In effetti, l’incremento dell’odio nei confronti di persone Lgbt è stato confermato anche da quello delle denunce depositate, che hanno registrato un più 33% rispetto all’anno prima.
Il Ministero francese ha dovuto ammettere che le cifre in aumento testimonino come omofobia e transfobia siano un chiaro segnale di radicamento preciso nella società del Paese e s’inquadrino «in un contesto più ampio di aumento degli atti di odio e degli estremismi identitari», com’è scritto in una nota.
Ma, amaramente, c’è dell’altro da constatare, considerando che – secondo le Organizzazioni che si occupano di diritti Lgbt – i dati ufficiali sarebbero notevolmente inferiori rispetto a quelli reali. Questo accadrebbe perché molte aggressioni non emergerebbero e non verrebbero denunciate da persone che, pur vedendo negati i propri diritti, avrebbero paura di ritorsioni.
Malauguratamente – proprio nel Paese in cui è nato il famoso motto Liberté, Égalité, Fraternité – il rapporto del Ministero dimostra che nel 33% dei casi le aggressioni sono state verbali, sotto forma d’insulti e ingiurie; le violenze fisiche o sessuali sono state pari al 28%, e molti dei casi resi noti sono stati consumati all’interno della famiglia.
In realtà non è che in Italia vada molto meglio e anzi, si teme che il confinamento imposto per il CoVid-19 abbia acuito ed esasperato questo fenomeno, tant’ è vero che Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, in occasione della Giornata internazionale contro omofobia, bifobia e transfobia del 17 maggio scorso, ha asserito che in Italia ogni giorno sarebbero oltre cinquanta le persone Lgbt che subiscono discriminazione e violenza. Naturalmente, anche nel nostro Paese, il triste fenomeno risulta peggiorato nel corso della clausura per il Coronavirus. Non è un caso, tra l’altro, che proprio in Italia ci sia stato un incremento di violenza sulle donne, come avevamo scritto in questo articolo.
La notevole aberrante differenza è che, mentre il governo di Parigi aveva previsto lo stanziamento di 300.000 euro per consentire ad alcune persone Lgbt – almeno a quelle con maggiore difficoltà in casa propria per le aggressioni – di fuggire e pagarsi alcune notti in albergo, in Italia non sono nemmeno stati contemplati questi casi. Eppure questo è più che un semplice velo di ipocrisia: puzza proprio di menefreghismo perché, nonostante si conosca benissimo il fenomeno, nessuno si è posto il problema. Ma tanto, si sa, questo è il Paese delle omertà.
Ma, in fondo, di che cosa ci si meraviglia? Il nostro Ministero dell’Interno ha dovuto affrontare problemi assai importanti proprio nel campo dei diritti umani e, al momento, non prova nemmeno a risolverli. Del resto, il ministro Luciana Lamorgese occupa solo da settembre dello scorso anno la poltrona del Viminale ed è stata costretta a rimediare a tante lacune ed errori causati dalla gestione precedente; in verità il ministro del precedente governo, non solo non si è curato di diritti umani, ma li ha addirittura violati. Inoltre il nuovo ministro si è dovuto occupare dell’emergenza da pandemia, del tutto imprevista.
Non ci resta che augurare nuovamente buon lavoro a Luciana Lamorgese, in modo che possa riprendere un’attività proficua proprio verso la strada per i diritti umani.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.