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Se da un lato, con la pandemia da Coronavirus, molti italiani hanno riscoperto vecchi capolavori come “Cecità” di Josè Saramago o “La peste” di Albert Camus, dall’altro pare che il mondo della vendita dei libri, l’editoria, pianga lacrime amare.
Purtroppo, infatti, l’allarme arriva dall’Aie (Associazione editori italiani) che, in base al suo Osservatorio istituito per monitorare l’andamento del mercato, dichiara che i dati rilevati sono preoccupanti.
Non a caso l’impatto della chiusura delle librerie a causa del Covid 19 è drammatico poiché fa prevedere che, su base annua, saranno oltre 23.000 i titoli in meno che verranno pubblicati; ciò a causa della drastica riorganizzazione dei piani editoriali che, inevitabilmente, ricadranno sulla filiera dei libri.
Addirittura, si valuta che con tanti titoli in meno pubblicati, saranno quasi 50 milioni in meno le copie stampate nel 2020. Del resto, a guardare i dati di mercato dei canali di commercio – librerie, online e Grande Distribuzione – si registra una contrazione del 75% nel valore delle vendite delle scorse settimane e in effetti, le librerie sono chiuse per decreto, non tutti utilizzano il web per acquistare libri e infine i supermercati in generale hanno deciso di non vendere libri o cancelleria, per non attuare una forma di concorrenza sleale contro librerie e cartolerie.
Nel frattempo l’Osservatorio rileva anche un aumento dell’uso degli ammortizzatori sociali da parte degli editori: al 30 marzo era il 64% di loro ad aver dichiarato l’avvio alle procedure per la cassa integrazione o di averlo in programma.
Tuttavia, a dispetto del tempo a disposizione perché obbligati in casa, gli italiani continuano a leggere poco ed è quindi inevitabile che la crisi sia davvero profonda, motivo per cui Ricardo Franco Levi, presidente dell’Aie, lancia l’allarme al mondo della politica affinché guardi anche all’industria del libro: «Da più parti si levano appelli per sostenere la cultura. Non è casuale, l’allarme è evidente. Per questo chiediamo con forza al governo e al parlamento di intervenire: accendete un faro sul mondo del libro. Lo state perdendo».
È anche però necessario annotare che l’Adei (Associazione degli editori indipendenti che comprende 250 aderenti) privilegia il senso di responsabilità rispetto al fatturato: infatti il presidente Marco Zapparoli ha dichiarato che al momento è giusto tutelare la sicurezza sia per chi lavora nelle librerie sia per chi le frequenta, dal momento che certamente non si tratta di farmacie dove si entra per chiedere un prodotto, lo si compra e si esce.
Entrare in una libreria è ben altra cosa, è tuffarsi in un mondo diverso, pieno di parole, di fantasia, di creatività, di evasione dalla vita quotidiana; i libri si prendono, si sfogliano, si annusano, si leggono qua e là pagine per valutarli. Oppure sì, a volte si comprano a scatola chiusa, sapendo in anticipo che quell’autore non deluderà in ogni caso oppure perché sono séguiti di saghe che ci hanno appassionato.
E allora speriamo che il governo se renda conto e che comprenda lo sconforto sia degli editori che dei lettori e faccia qualcosa, proprio in questo momento, per dare una mano.
Segnaliamo intanto un racconto di Antonio Manzini, l’autore della saga di Rocco Schiavone, che è possibile scaricare gratuitamente dal sito di Sellerio: un regalo che il noto autore fa ai propri lettori nella speranza che possano sorridere e facciano magari un’offerta per sostenere l’ospedale Spallanzani di Roma, da sempre in prima linea contro il Coronavirus.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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