Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
In Ungheria il parlamento ha approvato una nuova legge a causa dello stato di emergenza per la pandemia da CoVid19.
La legge è passata con 137 voti a favore, 53 contrari e zero astenuti e autorizza l’Esecutivo di Viktor Orban (di cui avevamo scritto in questo articolo) a governare attraverso decreti e senza alcuna supervisione, senza una precisa data di scadenza e senza alcuna clausola che possa consentire al Parlamento di esercitare alcun controllo.
Già il solo progetto di legge era stato criticato dal Consiglio d’Europa, dal Parlamento europeo, dall’Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa e dall’International Press Institute, eppure il presidente Orban, con l’approvazione finale della legge, ha ottenuto i pieni poteri che desiderava.
Lui stesso ha infatti dichiarato che «l’opposizione sta col Coronavirus», identificando il proprio nemico.
Immediatamente si è levata anche la voce di Amnesty International con il direttore per l’Ungheria David Vig che ha dichiarato in una nota ufficiale: «Questa legge istituisce uno stato d’emergenza privo di controlli e a tempo indeterminato e dà al governo di Viktor Orban via libera per limitare i diritti umani. Non è questo il modo di affrontare la crisi posta dalla pandemia di Covid-19», aggiungendo con convinzione: «Abbiamo bisogno di forti garanzie in grado di assicurare che ogni misura limitativa dei diritti adottata sulla base dello stato d’emergenza sarà strettamente necessaria e proporzionale per proteggere la salute pubblica. Questa nuova legge conferisce al governo il potere illimitato di andare avanti a forza di decreti in nome della pandemia».
Infatti la nuova normativa introduce due reati che sono incompatibili con le norme dei diritti umani internazionali, poiché stabilisce che:
Infine David Vig ha concluso deciso: «Durante i suoi anni come primo ministro, Orban ha presieduto a un arretramento dei diritti umani, ha aizzato l’ostilità nei confronti di gruppi marginalizzati e ha cercato di ridurre al silenzio le voci critiche. Autorizzarlo a governare per decreti significherà con ogni probabilità proseguire lungo quella strada».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.