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Da un giorno all’altro, nel giro di pochi minuti alcuni Paesi del lodigiano si sono trovati a essere bloccati per un virus (il CoV-19), più noto ormai come Coronavirus, senza possibilità di uscire dal Paese né rientrare. Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano sono diventati luoghi deserti, smarriti, nomi su una cartina geografica e nulla più.
Pochi minuti ancora ed ecco la grande metropoli che si cautela: chiuso il grande portone del Duomo, spente le luci del Teatro alla Scala, chiusi tutti i cinema e i luoghi di ritrovo. Per le strade di una Milano spaventata e smarrita si trovano persone con mascherine contro il Coronavirus virus, di cui molte assolutamente inutili (quelle adeguate sono solo quelle con il filtro FFP3), quasi fantasmi che vogliano celare il volto.
Altri minuti e viene annunciata la chiusura delle scuole di tutti gli ordini e grado: vedo bambini e adolescenti felici, ammoniti da genitori severi che sono spaventati per loro. Tutti, chi più e chi meno, vanno in fretta verso casa, in una città che si svuota nonostante la giornata di sole più che tiepido.
Con un’eccezione: file di persone con e senza mascherina in coda con i carrelli davanti ai supermercati. A Milano ci sono veramente tanti punti vendita, ma tutti sono nella stessa condizione. Addirittura in un punto vendita di Esselunga avviene anche una zuffa tra clienti per accaparrarsi la merce. I banchi sono ormai svuotati.
Ma una delle cose più indegne avviene sul web: il prezzo delle mascherine (persino di quelle inutili) è schizzato alle stelle, per una sola mascherina con il filtro si pagano circa 50 euro. Per un flacone di Amuchina gel da 80 ml si pagano 32/35 euro. Li ho verificati personalmente con orrore crescente. E sì, non è il proprietario del sito che propone questi prezzi, ma i venditori terzi. E trovo scandaloso che vengano accettati questi sciacallaggi da parte di un noto sito di e-commerce.
Purtroppo mi sento salire un nodo in gola, non solo per la paura ma per una solitudine non solo percepita ma che viene giustamente imposta. E anche per quelle persone cinesi che vengono maltrattate o addirittura picchiate come untori, persone che magari la Cina l’hanno solo sentita raccontare dai genitori.
Sicuramente il governo cinese ha grandi colpe, ma che ne sanno gli abitanti della China Town milanese che invece stanno tentando in molti modi di attuare una vera integrazione? Arriva un virus nuovo, un Coronavirus, e tutto viene vanificato? Teniamo la rotta, tutti insieme, seguiamo le regole (ricordiamo di lavarci spesso le mani per almeno 20 secondi, come avevamo scritto in questo articolo) e tutto si normalizzerà. Però fermiamom tutto, blocchiamo i varchi, i porti, gli aeroporti e i treni; non esportiamo il virus che, se finisse in altri Paesi (mi viene in mente l’Africa, purtroppo) causerebbe davvero catastrofi inaudite.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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