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Caro Babbo Natale,
sono trascorsi tanti anni dall’ultima volta che ti ho scritto e spero di ricordarmi ancora come si fa. Nonostante in alcune circostanze mi senta ancora bambina, infatti, la vita ormai mi ha appesantito e tolto tanta di quella spensieratezza che avevo quando attendevo con ansia il momento giusto per scriverti la lista dei miei desideri.
Ricordo ancora il rituale: andare con la mamma in cartoleria, scegliere con cura la letterina glitterata più bella, poi tornare a casa e con il righello e la matita tracciare delle linee sottili per poter “andare dritta”. Forse era proprio quella la fase più complicata per me, che le idee le ho sempre avute molto chiare e la voglia di scrivere non mi è mai mancata.
Alcuni regali li ricordo ancora, altri non me li hai mai portati. Ricordo che la motivazione che mi davano era sempre la stessa “Lo avrà portato a qualche bambino che ne aveva più bisogno di te”. Ma dopo un attimo di delusione, io ti ho sempre perdonato perché si sa che i bambini sono tanti e mica si possono accontentare sempre tutti. E oltre a non serbare rancore, ho sempre continuato a credere in te, con la devozione di chi sa di avere a che fare con una persona buona, dal cuore grande, che l’anno prossimo farà di tutto per provare a soddisfare le tue richieste.
E’ con quello spirito, caro Babbo Natale, che oggi sono di nuovo qui a scriverti. Di anni, dicevamo, ne sono trascorsi tanti e spero che anche tu, come me, ti sia evoluto tanto da leggere le letterine al pc o meglio ancora sullo smartphone, tra un pacchetto e l’altro.
Il problema, vecchio mio, è che se adesso ci pensa il programma di scrittura a farmi “andare dritta”, è diventata difficile la fase successiva, quella delle richieste. Avrei una lista di cose così lunga che rischierei di spaventarti e di rimanere delusa nel caso in cui non le trovassi sotto l’albero. E allora sai che ti dico? Ho pensato di agevolarti facendo così, dandoti una lista di desideri che questa volta vorrei portassi direttamente a chi ne ha molto più bisogno di me.
Come prima cosa ti chiedo di portare loro il dono dell’empatia: fai in modo che chi non riesce a vedere oltre il proprio orticello possa guardare più lontano, mettersi nei panni degli altri, provare quelle stesse sofferenze e agire di conseguenza.
Portagli poi la tolleranza, quel sentimento che ti consente di avere rispetto delle idee degli altri, anche se sono molto diverse dalle tue, di aprirti al dialogo e di essere pronto anche a rinunciare al tuo punto di vista, se quello dell’altro è più convincente.
Nella lista inserirei anche un linguaggio più garbato, perché ormai quello che leggo e sento è troppo spesso carico di odio, di livore, di maleducazione, che davvero non se ne può più.
Se la cosa non è troppo complicata, ti suggerisco di donare anche un po’ di buon senso, quello che serve quando bisogna prendere delle decisioni importanti, quello che non ti fa pensare solo al tuo tornaconto personale ma anche al benessere degli altri.
Come ultima richiesta, caro Babbo Natale, ti chiedo di portare a tutti – compresa me – la capacità di saper ringraziare per tutto quello che abbiamo, di saper apprezzare le piccole cose e di vedere quanto siamo fortunati anche se troppo spesso ce ne dimentichiamo.
Ah dimenticavo… portaci anche un bel carico di abbracci perché, come dice il mio nipotino, “quelli fanno più bene perché arrivano da più parti”.
E se poi, anche quest’anno, ti ho chiesto troppo, beh allora fai come sempre, scegli tu come meglio credi. Tanto lo sai che io continuerò a perdonarti e a credere in te.
Il direttore fiducioso
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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