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Ora anche la scienza riconosce lo stress causato dalle persone invadenti. Infatti, ricerche recenti condotte dal Dipartimento di Psicologia biologica e clinica dell’Università Friedrich Schiller, in Germania, hanno rivelato che l’esposizione a stimoli che causano forti emozioni negative – lo stesso tipo di esposizione cui si è soggetti quando si ha a che fare con persone difficili e invadenti – innesca una potente reazione allo stress nel cervello dei partecipanti all’esperimento. Che si tratti di negatività, crudeltà, vittimismo o semplice invadenza, le persone difficili portano il nostro cervello a vivere uno stato di agitazione e stress che dovrebbero essere evitati a ogni costo.
Molti di noi sono o sono stati infastiditi da persone invadenti, cioè da persone che impongono la loro presenza senza alcuna discrezione e rispetto. Persone che si sentono in diritto di giudicare e interferire nella vita degli altri (in questo caso la nostra), pretendendo attenzione e invadendo la nostra sfera privata. Secondo costoro, niente è importante quanto il loro parere, niente viene prima dei loro problemi, sono logorroici e si parlano addosso, ignorando qualunque tentativo di sviare il discorso riportandolo in senso più generale. Sono infatti solitamente persone egocentriche, accentratrici e monopolizzatrici, ignorando assolutamente le esigenze del loro interlocutore.
Non è un caso, infatti, se chi frequenta questo tipo di persone si sente invadere da una sensazione di soffocamento e di fastidio, arrivando a vere e proprie crisi nervose perché il cervello si rifiuta di accettarle.
Eppure, molti sopportano, restano in silenzio e subiscono, vuoi perché si tratta di un parente, di un collega o addirittura di chi abbiamo scelto per un aiuto, senza capire fino in fondo il danno che ci deriva dalla sopportazione di queste persone. Sappiamo benissimo che è impossibile cambiare le altre persone, che non ne abbiamo la capacità né la possibilità e, a meno di rinchiuderci in isolamento, è però necessario fare qualcosa.
Anzitutto (più facile a dire che a farsi), respiriamo profondamente e attingiamo a quella calma che stiamo per perdere; quindi parliamo con determinazione ai cari invadenti ponendo dei paletti ben precisi in qualunque tipo di conversazione.
Intanto teniamo presente che chiunque (noi compresi) ha diritto di proteggere la propria sfera privata e non vuole venire controllato con atteggiamenti che diventano persino morbosi, quindi la cosa migliore è comunicare con estrema sincerità e parole adeguate il proprio disagio verso l’intrusione che viene messa in atto nei nostri confronti. Sicuramente riceveremo dinieghi e le persone “colpite” si sentiranno incomprese, ma è meglio ribadire anche a noi stessi che tenere a distanza chi non rispetta la propria privacy – e addirittura la propria libertà – non è egoismo ma un atto d’amore verso se stessi e diventa un passo importante per il proprio benessere psicofisico.
Suggerire strategie può essere semplice, molto più difficile è attuarle ma ne va del nostro equilibrio, quindi:
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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