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Si è celebrata alcuni giorni fa, il primo dicembre, la Giornata mondiale per la lotta contro l’AIDS, soprattutto per ricordare l’importanza della prevenzione e della ricerca scientifica riguardo il virus HIV.
È stato lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza a ricordare soprattutto ai giovani che sono proprio loro i più esposti al contagio e quindi è importante che vengano accresciute le consapevolezze del rischio e si rendano conto dell’importanza assoluta della prevenzione, nonché la conoscenza dell’avanzare della ricerca scientifica per salvaguardare non solo la propria salute ma anche evitare il contagio rispettando la salute altrui.
Insomma, le parole chiave del Ministero sono “Con l’HIV non si scherza” e “HIV riguarda tutti”. Il messaggio è stato chiaro e diretto: è necessario utilizzare il preservativo nei rapporti sessuali occasionali perché è la misura preventiva più efficace per proteggersi dal virus. Ma non basta: è infatti indispensabile sottoporsi al test per poter eseguire, se necessario, la terapia antiretrovirale.
Può sembrare assurdo, ma la causa principale della diffusione dell’HIV continua ad essere il rapporto sessuale non protetto e del resto i dati trasmessi dall’Istituto Superiore di Sanità indicano che in Italia nel 2018 sono state riscontrate ben 2.847 diagnosi di infezione da HIV di cui l’80% è riconducibile proprio al sesso non protetto e l’incidenza più alta è stata osservata in persone tra i 25 e i 29 anni; ancora più in generale, sono gli uomini che costituiscono la stragrande maggioranza di persone che hanno scoperto la propria sieropositività nel 2018.
Purtroppo nel tempo è aumentatala la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS (stadio clinico avanzato dell’infezione da HIV) che ignorava la propria sieropositività (passando dal 48,2% nel 2000 al 74,6% nel 2018).
Importantissimo è rilevare che è possibile evitare di arrivare all’Aids con l’assunzione precoce di terapie antiretrovirali. Infatti è stato confermato che una persona con HIV in terapia antiretrovirale (cioè con una quantità di virus non rilevabile nel sangue) non trasmette il virus, confermando che questa terapia non solo ha cambiato la storia della malattia e la vita delle persone sieropositive, ma è diventata anche un potente strumento di prevenzione.
Ecco quindi l’importanza assoluta di accedere al test per la diagnosi, raccomandazione che arriva anche dall’OMS; purtroppo chi non vi si sottopone non sa di essere malato, può trasmettere il virus al partner e soprattutto non accede alle cure tempestive.
Sempre secondo l’OMS, nel mondo sono circa 37 milioni le persone che convivono con l’Aids e, se anche le infezioni sono leggermente diminuite, occorre non abbassare la guardia e insistere con la prevenzione.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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