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Aiutiamo le api contro i cambiamenti climatici

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L’allarme arriva dall’Assemblea nazionale di La spesa in Campagna,l’associazione per la vendita diretta di Cia-Agricoltori italiani con un rapporto dal titolo  Api, agricoltura e cambiamenti climatici. Come cambia la spesa delle famiglie italiane.

Infatti, soltanto negli ultimi cinque anni, sono scomparsi nel mondo oltre 10 milioni di alveari, di cui oltre 200.000 solo in Italia.

La colpa è non solo dei nuovi pesticidi neonicotinoidi ma anche dei cambiamenti climatici, dal momento che, con l’aumento delle temperature a livello globale, si incrementa la diffusione di nuovi parassiti che stanno mettendo a rischio la salute e la sopravvivenza delle api. Poiché la sicurezza alimentare globale dipende anche dal ruolo essenziale degli insetti impollinatori, tra cui soprattutto le api, va da sé che il pericolo è grande.

Ha infatti spiegato il presidente di Spesa in Campagna Matteo Antonelli: «Se non si interviene subito e in maniera integrata, presto le varietà di miele, così come ortaggi e frutta, saranno sempre più scarse, o non disponibili, in primis nei mercati contadini dove gli agricoltori portano ogni giorno tipicità e biodiversità. Bisognerà comprare a prezzi più alti per avere prodotti di qualità e stare sempre più attenti alla provenienza”.

Per questo motivo, secondo Cia, oggi l’apicoltura deve assumere un ruolo fondamentale nel sistema agricolo considerando che dall’impollinazione delle api provengono almeno 90 delle 115 principali coltivazioni a livello mondiale.

 Inoltre una ricerca dell’Università Statale di Milano sostiene che, con la scomparsa delle api – e quindi del miele -, potremmo veder sparire prodotti che dipendono direttamente dal loro lavoro di impollinazione come mele, pere, ciliegie, albicocche, meloni e persino foraggi per gli allevamenti.

Del resto, solo nell’anno 2019 la produzione di miele di acacia e agrumi ha fatto registrare una contrazione del 41%, che significa una perdita economica di circa 73 milioni di euro. E fa notare ancora Antonelli che questo risultato è stato ottenuto grazie agli oltre 50.000 apicoltori italiani, che curano oltre un milione di alveari delle nostre campagne, e hanno concentrato i loro sforzi per salvare e nutrire le api.

Ma, interviene il presidente nazionale di Cia Dino Scanavino: «Il tema delle api è lo specchio dell’agricoltura lasciata a se stessa di fronte ai cambiamenti climatici: ecco perché è fondamentale promuovere misure che favoriscano e tutelino lo sviluppo dell’apicoltura. Innanzitutto sostenendo i piccoli apicoltori e la biodiversità del paese,  acquistando il miele al mercato contadino o nelle piccole botteghe. Ma un ruolo fondamentale naturalmente devono giocarlo le istituzioni alle quali chiediamo di intervenire sul sistema fiscale e valorizzare l’apicoltura attraverso incentivi per i produttori agricoli da inquadrare nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale».

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