Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
Rientra in vigore stanotte l’ora solare e le lancette dell’orologio indietro di un’ora ci permetteranno di dormire di più, ma avremo meno luce nel pomeriggio fino alla fine di marzo.
In realtà tra luglio e agosto 2018 (come avevamo scritto in questo articolo) è stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora, ma il Parlamento europeo aveva chiesto una decisione uniforme per tutti i Paesi. L’Italia non ha ancora preso una posizione in merito, al contrario della Francia che ha deliberato di bandirla per sempre. La richiesta di rinunciare all’ora legale ha trovato poi il sostegno di una parte importante dell’opinione pubblica dei Paesi nordici, che denunciano i danni per la salute a causa del cambio di ora.
Ma perché questo cambio? Le ragioni principali di chi vuole mantenere l’ora legale sono di natura economica, legate cioè alla possibilità di ottenere un risparmio in termini di spesa energetica. Invece, secondo un’altra tesi, spostare le lancette un’ora avanti prima dell’estate e un’ora indietro prima dell’inverno causerebbe diversi problemi al nostro stato psico-fisico e alla nostra salute, provocando il fenomeno del social jet lag, termine coniato da Till Roenneberg, professore di cronobiologia all’Università Ludwig Maximilian di Monaco.
Per essere più chiari, il social jet lag è il disallineamento dell’orologio biologico interno rispetto alle norme dell’orologio sociale, cosa che si verifica quando i nostri bisogni di sonno determinati biologicamente non si allineano con altri obblighi sociali. Cercare di evitare il social jet lag o correggerlo non è cosa semplice. Certo, dormire un po’ di più per adeguare l’orologio biologico a quello sociale è possibile solo quando non si hanno ulteriori richieste al mattino, come portare i figli a scuola o altre responsabilità di cura.
Tuttavia c’è un altro fattore che complica la situazione: la luce. Per esempio la luce blu proveniente da schermi di computer, dispositivi mobili e altri dispositivi elettronici è simile alla luce del sole, poiché può indurre il corpo a pensare che sia ancora giorno. E quando ciò accade, non si produce melatonina, utile per quando dobbiamo dormire. Del resto soluzioni semplici, come la modalità notturna sui dispositivi, sono relativamente note e ciò che spesso non viene considerato è l’importanza dell’esposizione alla luce durante il giorno.
Pare invece che la ricezione della luce durante il giorno svolga un ruolo importante nella regolazione dell’orologio interno. Il dilemma a questo punto diventa se avere più luce durante i mesi invernali e sfruttare l’ora legale per un maggiore utilizzo della luce del sole, oppure se mantenere l’ora solare per seguire meglio il ritmo biologico.
Sono nata in Italia, a Busto Arsizio in provincia di Varese il 17 aprile del 1965. Non è impresa semplice riassumere la mia vita in poche righe.
Sono curiosa, socievole, amante del mondo, e sempre alla ricerca di novità; adoro muovermi, viaggiare, conoscere e esplorare nuove culture.
Sin da piccolina, oltre all'italiano, ho imparato diverse lingue tra cui il brasiliano, lo spagnolo e l'inglese. Cresciuta in città cosmopolite dell'America Latina, a contatto con ambienti culturali multietnici, mi sono poi stabilita in Italia a 23 anni dopo la Laurea in Psicologia. Scrivere e comunicare attraverso la parola fanno parte delle mie attitudini. Ho lavorato in diversi settori: televisione, radio, e pubbliche relazioni. E queste esperienze hanno dato vita alla mia vera passione: raccontare storie, brevi o sconfinate, ma anche episodi, cronache, avventure. Nel 1995 sono diventata giornalista professionista. Emigrata culturalmente in quasi tutti i paesi del mondo, grazie al mestiere di 'reporter' continuerò a viaggiare e percorrere nuove strade per descrivere mille e altre realtà che rappresentano l'identità culturale del nostro mondo.
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.