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Incendio nel campo rifugiati a Lesbo in Grecia

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Della Grecia e dei suoi campi di rifugiati in alcune isole abbiamo scritto più volte, come per esempio in questo articolo. E proprio nel campo di Moria a Lesbo domenica scorsa 29 settembre è scoppiato un incendio, in una situazione insostenibile da mesi dal momento che il campo è sovraffollato a dismisura.

I primi a prestare soccorso sono stati Medici Senza Frontiere che lavorano in una clinica pediatrica fuori dal campo, aperta a tutti vista l’emergenza; purtroppo una donna afghana e un bambino sono morti nell’incidente e ci sono stati molti i feriti.

Infatti non si è fatta attendere l’accusa di MSF che scrive a chiare lettere: «Questa terribile tragedia è il risultato diretto di politiche brutali che intrappolano 13.000 persone in un campo fatto per 3.000. Il numero di persone cresce di giorno in giorno, mentre i trasferimenti sulla parte continentale della Grecia sono limitati e inadeguati». Aggiungendo poi: «Nel campo ci sono ad oggi quasi 1.000 minori non accompagnati che vivono in questa estenuante attesa di conoscere il proprio destino. È chiaro come la responsabilità di questa situazione sia di natura politica. Chiediamo l’evacuazione immediata per i più vulnerabili affinché siano trasferiti in strutture adeguate dove possano accedere alle cure mediche di cui hanno bisogno».

Ma non basta, perché fa loro eco Massimo Moratti di Amnesty International: «L’accordo tra Unione europea e Turchia ha solo peggiorato le cose, negando dignità a migliaia di persone intrappolate sulle isole dell’Egeo e violando i loro diritti». Ha poi aggiunto costernato: «Il campo di Moria è sovraffollato e insicuro. Le autorità greche devono immediatamente evacuarlo, assistere, anche fornendo le cure mediche necessarie, le persone che hanno subito le conseguenze dell’incendio e accelerare il trasferimento dei richiedenti asilo e dei rifugiati in strutture adeguate in terraferma. Gli altri Stati membri dell’Unione europea devono collaborare accettando urgentemente i programmi di ricollocazione che potrebbero ridurre la pressione sulla Grecia».

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