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Dalle detenute alle pazienti un turbante come alleato

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Un rettangolo di tessuto, pochi movimenti precisi e sicuri e tuttavia la vita continua sotto un turbante. L’idea nasce dalla collaborazione tra l’associazione di volontariato Go5 per mano con le donne, Onlus che si dedica dal maggio 2017 alle pazienti del reparto di Ginecologia Oncologica del 5° piano dell’Istituto dei Tumori di Milano (le cui iniziali hanno creato il nome Go5), e la Cooperativa Alice per Sartoria San Vittore, da anni attiva nel carcere di Milano San Vittore, che aiuta le detenute a reinserirsi nel mondo del lavoro con la creazione di abiti e non solo.

Da un lato il cancro e le sue costrizioni terapeutiche, con effetti collaterali vistosi quando ad ammalarsi è una donna che deve affrontare la chemioterapia, dall’altro la detenzione e le sue separazioni, spesso più dolorose quando a vivere il carcere è una donna che deve lasciare dei figli. Due percorsi che hanno scoperto, quindi, di avere qualcosa in comune: l’obiettivo di guarire, nel senso di risanare corpo (e mente) nel primo caso e invece risanare il rapporto con la società nel secondo.

Oggetto della solidarietà tra detenute e pazienti oncologiche un copricapo, il turbante, usato ancora oggi in tanti Paesi del mondo, trasformato in accessorio fashion, che diventa simbolo di una alleanza e integrazione sociale tra donne.

Le volontarie di Go5 sono per lo più donne che hanno affrontato o stanno ancora combattendo la malattia, mentre le detenute sono donne che confezionano i turbanti colorati che saranno disponibili per le malate a fronte di una semplice donazione, con lo scopo di raccogliere fondi destinati alla ricerca per la diagnosi precoce del tumore ovarico.

Inoltre, commissionando i turbanti a Sartoria San Vittore si potrà offrire da un lato lavoro a coloro che, pur lontane da casa, con il loro stipendio cercano di sostenere il bilancio familiare e dall’altro una opportunità di gettare un ponte oltre le sbarre e instaurare un dialogo, sebbene ideale, con la città, con il suo tessuto sociale composto in parte di malattia, chemioterapia e cure, e in parte da timori, ansie e fragilità.

Il progetto della onlus Go5 è sostenuto dal Comune di Milano e Camera Penale, ed è stato presentato in diversi incontri pubblici con la partecipazione di magistrati, avvocati, pazienti dei reparti di oncologia, detenute e persino il sindaco di Milano Beppe Sala durante la presentazione a palazzo Marino.

«Indossare un turbante: un’affermazione di libertà rispetto alla malattia», esprimono a gran voce le volontarie dell’associazione. Il primario di Oncologia dell’Istituto Tumori, il dottor Francesco Raspagliesi, ha subito appoggiato l’idea: «Perdere i capelli cambia la visione di te, il turbante è un modo per riaffermare la propria libertà dalla malattia». Ma c’è di più poiché le detenute sono un tassello fondamentale di questo progetto e le stiliste della cooperativa Alice hanno studiato una linea nuova di turbante creando un modello leggero, colorato e semplice da indossare.

Un’iniziativa che ha quindi due sbocchi e che, in entrambi i casi, diventa un aiuto concreto a chi sta vivendo un momento difficile della propria vita, in un istituto di detenzione o in uno di cura. Donne che aiutano le donne. Perché la solidarietà supera muri e distanze. Perché la forza, spesso, è figlia di grandi dolori. Inoltre la solidarietà è sempre possibile, anche stando in carcere.

I turbanti, come spiegato prima, non sono in vendita ma si possono trovare all’Istituto Tumori oppure al negozio della cooperativa Alice Sartoria San Vittore. Non c’è un prezzo, ma solo un’offerta libera. Il ricavato delle offerte liberali, al netto delle spese e del contributo alla cooperativa Alice, sarà devoluto al progetto di ricerca attivo presso il reparto di Ginecologia Oncologica dell’Istituto dei Tumori. E le ambizioni si spingono anche oltre la lotta contro i tumori e gli effetti collaterali delle cure, dal momento che il progetto ”La vita sotto il turbante” è aperto a tutte, non solo alle pazienti oncologiche ma anche a chi soffre, ad esempio, di alopecia.

Intanto, domenica 29 settembre sarà possibile trovare i copricapo presso lo stand di Sedute Impertinenti al Mercatino delle Pulci Pettinate a Milano via Cecilio Stazio dalle ore 12.00 alle 22.30.

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