Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
Si è tenuta sabato 7 settembre, alla Fabbrica del Vapore a Milano, la prima grande festa dell’adozione organizzata da Anfad, Associazione Nazionale Figli Adottivi, la prima formata esclusivamente da ragazzi adottivi e unica nel suo genere. Il Presidente di Anfad, Manuel Antonio Bragonzi, è uno dei primi figli adottivi adulti che ha voluto affrontare pubblicamente il tema dell’adozione internazionale dal punto di vista dei ragazzi.
L’associazione è stata fondata a febbraio di quest’anno, ma è un progetto che si concretizza a sette anni dall’uscita del suo libro “Il bambino invisibile” – ed. Piemme – dove Bragonzi racconta da protagonista la sua esperienza di adozione, dopo aver vissuto in solitudine per diversi anni nei boschi del Cile. Il libro, scritto nel 2012 a quattro mani con il giornalista Marcello Foà, ha fatto il giro di tutta Italia, soprattutto all’interno delle associazioni dei genitori adottivi e nelle scuole. Quest’anno era ormai maturato il momento di dare voce ai figli adottivi che manifestano tante difficoltà comuni, al punto da offrire ad Anfad la possibilità di creare una rete coordinata di sportelli per offrire diversi consulti che vanno dalla necessità di conoscere le proprie origini, alla terapia del trauma dell’abbandono che nel tempo può essere doppio, prima e dopo l’adozione. Oppure offrire corsi di musicoterapia o di scrittura, sino a proporre un vero e proprio sostegno. La prima figlia adottiva che Anfad ha aiutato, e che è stata la ragione alla base della nascita dell’associazione, è Evelyn che ha deciso a sua volta di aiutare chi come lei è in difficoltà. « Abbiamo bisogno di poche parole e di più fatti, più esempi, stando accanto ai ragazzi con opere concrete. Per questo motivo l’Associazione si concentrerà nel dare un sostegno ad ogni bisogno, sia psicologico che di studio e lavoro » ha precisato il Presidente di Anfad.
Cornice dell’evento una mostra fotografica “La mia storia sulla pelle” – concorso ideato da CTA – Centro di Terapia dell’Adolescenza di Milano – che racconta storie di adozione e affido scritte sul corpo grazie a tatuaggi che rendono visibile il passato, i momenti importanti e l’appartenenza a culture e legami diversi, capaci di far riflettere su quanto le proprie radici siano per ciascuno segni indelebili e permanenti.
Sono nata in Italia, a Busto Arsizio in provincia di Varese il 17 aprile del 1965. Non è impresa semplice riassumere la mia vita in poche righe.
Sono curiosa, socievole, amante del mondo, e sempre alla ricerca di novità; adoro muovermi, viaggiare, conoscere e esplorare nuove culture.
Sin da piccolina, oltre all'italiano, ho imparato diverse lingue tra cui il brasiliano, lo spagnolo e l'inglese. Cresciuta in città cosmopolite dell'America Latina, a contatto con ambienti culturali multietnici, mi sono poi stabilita in Italia a 23 anni dopo la Laurea in Psicologia. Scrivere e comunicare attraverso la parola fanno parte delle mie attitudini. Ho lavorato in diversi settori: televisione, radio, e pubbliche relazioni. E queste esperienze hanno dato vita alla mia vera passione: raccontare storie, brevi o sconfinate, ma anche episodi, cronache, avventure. Nel 1995 sono diventata giornalista professionista. Emigrata culturalmente in quasi tutti i paesi del mondo, grazie al mestiere di 'reporter' continuerò a viaggiare e percorrere nuove strade per descrivere mille e altre realtà che rappresentano l'identità culturale del nostro mondo.
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.