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Greenpeace ha riattivato il servizio Plastic Radar per segnalare tramite Whatsapp la presenza di rifiuti di plastica inquinanti.
L’iniziativa era già stata testata lo scorso anno, ottenendo un enorme successo: sono infatti state registrate oltre 6.800 segnalazioni che indicavano i rifiuti plastici nel mare; quest’anno nelle richieste di segnalazioni sono stati inclusi anche fiumi e laghi.
Ha segnalato l’associazione ambientalista che i prodotti rilevati lo scorso anno riguardavano perlopiù plastica monouso e soprattutto bottiglie di plastica di noti marchi in commercio, di cui Greenpeace non esita a fare i nomi: San Benedetto, Coca Cola, Nestlè. Non è un caso se viene puntato il dito contro grandi marchi, dal momento che, sostiene in una nota Greenpeace: «Queste aziende infatti continuano a immettere sul mercato enormi quantitativi di plastica usa e getta, senza però assumersi alcuna responsabilità circa il corretto riciclo e recupero dei materiali. Se vogliamo veramente fermare l’inquinamento da plastica nei nostri mari è quindi necessario che tali aziende avviino immediatamente programmi per ridurre drasticamente il ricorso all’utilizzo di imballaggi e contenitori in plastica usa e getta».
Partecipare al progetto Plastic Radar è molto facile: qualora si trovasse un rifiuto in plastica, basterà infatti inviare, tramite l’applicazione Whatsapp, una foto di tale rifiuto al numero Greenpeace +39 342 3711267. Perché la segnalazione vada a buon fine, viene chiesto però di inviare una foto in cui tale rifiuto sia facilmente riconoscibile, il brand dell’azienda produttrice sia visibile e, possibilmente, di inoltrare anche le coordinate geografiche del luogo in cui il rifiuto è stato ritrovato.
Plastic Radar è gestito da una chatbot che, a seguito dell’invio, porrà domande per reperire informazioni e convalidare la segnalazione. I dati saranno resi disponibili in forma aggregata nel giro di 24-48 ore sul sito di Greenpeace.
L’associazione ricorda inoltre di aver lanciato, nei mesi scorsi, una petizione sottoscritta da oltre un milione e mezzo di persone in tutto il mondo in cui si chiedeva ai grandi marchi come Coca Cola, Pepsi, Nestlè, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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La lotta all’inquinamento ambientale è unaa lotta di tutti. questo mi sembra un’ottima idea per poter coinvolgere tutti!