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In venticinque giorni la nave Kway dell’Ocean Voyages Institute ha raccolto 40 tonnellate di rifiuti nell’Oceano Pacifico.
La nave è a vela ed è sbarcata alcuni giorni fa a Honolulu con il suo carico ingombrante dopo aver ripulito qualche fondale.
Utilizzando droni e impianti satellitari installati su altre navi, i rifiuti sono stati rimossi dalla zona oceanica compresa tra la California e le isole Hawaii, proprio dove si concentrano ben quattro forti correnti che formano un vortice circolare in grado di attirare i rifiuti che provengono sia dal continente americano sia dall’arcipelago hawaiiano.
L’attenzione dell’ organizzazione Ocean Voyages Institute era infatti diretta proprio in quel punto che da tempo costituisce una vera e propria isola di rifiuti, perlopiù composta di plastica come bottiglie, casse per bibite, giocattoli, contenitori vari e tantissimi altri residui di plastica galleggiante. Uno degli obiettivi principali della missione della Kway era comunque il recupero delle cosiddette reti fantasma, cioè reti da pesca di nylon o di derivati del polipropilene che si depositano sul fondo marino intrappolando detriti di plastica, pezzi di navi e naturalmente pesci.
Infatti, l’Ocean Vouyages Institute stima che addirittura 600.000 tonnellate di reti abbandonante finiscano sui fondali oceanici ogni anno e secondo le Nazioni Unite circa 400.000 animali marini muoiono ogni anno per queste reti oppure per l’ingerimento diretto di plastiche.
Ha spiegato infatti Mary Crowley, fondatrice e direttore esecutivo dell’organizzazione che reti e detriti in plastica sono il segno di un inquinamento che sta minacciando seriamente la vita marina, gli ambienti costieri, la navigazione, la pesca, la flora selvatica e non per ultima la nostra salute. Ha però anche aggiunto: «Ma il progresso ci dà anche soluzioni innovative per trovare più velocemente le aree con la maggiore densità di inquinamento plastico».
Infatti il grande successo della missione della Kway è dovuto anche alla tecnologia satellitare con cui altre imbarcazioni (yacht privati, pescherecci e imbarcazioni più piccole) dotate di Gps hanno potuto segnalare i detriti. Inoltre sono saliti a bordo anche esperti di pilotaggio di droni aerei che sono stati utilizzati per le segnalazioni.
Ocean Voyages Institute prevede di ripetere l’esperienza il prossimo anno, aumentando la durata della missione.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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