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Il giornalista russo Ivan Golunov è stato arrestato a Mosca il 6 giugno scorso con l’accusa di traffico di stupefacenti. Golunov è un giornalista investigativo di 36 anni ed è noto per le sue inchieste sulla corruzione nel Paese, riportate sul quotidiano online Meduza.
La polizia gli avrebbe trovato addosso dei sacchetti di mefedrone, una sostanza psicoattiva stimolante, mentre altri pacchetti sarebbero stati ritrovati nella sua abitazione. Il giornalista ha richiesto test sulle proprie mani e sullo zaino per confermare la sua tesi di innocenza, ma la polizia glieli ha negati. Né gli è stato possibile contattare il suo legale per una dozzina di ore.
Ore dopo l’arresto è stato ricoverato in ospedale a seguito di un malore, presentando diversi lividi sulla gabbia toracica e una sospetta commozione cerebrale, sintomi che avrebbero fatto pensare a un pestaggio.
Grande è stata l’indignazione sollevata da questo arresto e lunedì 10 giugno, sollecitati da Meduza, tre grandi quotidiani economici russi – Kommersant, Rbk, Vedomosti – hanno pubblicato per la prima volta una prima pagina uguale con la scritta «Io/noi siamo Ivan Golunov». I dirigenti di Meduza hanno ringraziato tutti coloro che hanno partecipato a questa campagna internazionale di giornalismo e solidarietà civica senza precedenti.
Ed ecco che, con una velocità mai riscontrata, le autorità russe hanno rilasciato Ivan Golunov mercoledì 12 giugno: tutte le accuse contro di lui sono state annullate, gli è stato tolto il bracciale di sorveglianza e addirittura è stato applaudito. Del resto si è scoperto che le fotografie incriminanti, scattate dagli agenti che hanno perquisito la sua abitazione, riguardavano in realtà un altro luogo. L’annuncio della liberazione del giornalista è stato clamorosamente dato dal ministro degli Interni Vladimir Kolokoltsev: «In base ai risultati degli esami biologici, forensi, genetici e delle impronte digitali, è stata presa la decisione di chiudere il procedimento penale nei riguardi del signor Ivan Golunov, per mancanza di prove di una sua partecipazione al reato».
Lo stesso ministro ha fatto sapere che chiederà a Vladimir Putin di sollevare dall’incarico alcuni funzionari e persino dirigenti, mentre gli agenti che hanno arrestato Golunov (con tutto ciò che ne è seguito) sono stati sospesi dal lavoro.
Il giornalista, uscito dall’Ufficio della Commissione inquirente, ha dichiarato: «Continuerò il mio lavoro ma la ricompensa per il danno morale che ho subito mi auguro sia che una cosa simile non accadrà più a nessuno».
Potrebbe però, nonostante tutto, non essere una storia a lieto fine. Infatti Amnesty International fa sapere sul proprio sito che «Oltre 400 persone sono state arrestate il 12 giugno a Mosca, la capitale russa, mentre stavano manifestando pacificamente a sostegno del giornalista Ivan Golunov». E ancora: «Gli osservatori di Amnesty International presenti tra i manifestanti hanno assistito alle violenze della polizia e hanno successivamente raccolto testimonianze di persone picchiate dopo l’arresto».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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