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Migranti: denuncia all’Unione europea per crimini contro l’umanità

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Due avvocati hanno presentato presso la Corte penale internazionale (Cpi) una denuncia contro l’Unione Europea per crimini contro l’umanità, con l’accusa di complicità con la Libia contro i migranti.

Sono stati il legale franco-spagnolo Juan Branco (ex assistente del Primo procuratore della stessa Cpi) e il giurista israeliano Omer Shatz (membro del Gobal Legal Action Network, organizzazione non profit). Quest’ultima associazione ha già avviato diverse battaglie legali in difesa delle vittime della politica migratoria portata avanti dall’Unione Europea.

Proprio questa politica, secondo la denuncia, avrebbe «ignorato la sorte dei migranti alla deriva in mare, al fine di dissuadere le persone dal tentare di raggiungere il Vecchio Continente». Il peggio però sarebbe avvenuto dal 2016, quando il sostegno alla Guardia costiera libica da parte della Ue ha fatto in modo che oltre 40.000 persone siano state arrestate e detenute nei campi della Libia in condizioni disumane.

I due legali hanno raccolto informazioni nel corso di cinque anni, durante i quali, sostengono, l’unico obiettivo dei governi europei sarebbe stato di bloccare il più possibile gli ingressi in Europa.

Ancora, nella denuncia viene citato Frontex che nel 2014 ha sancito la fine dell’operazione italiana Mare Nostrum, con la quale sono state salvate nel Mediterraneo migliaia di persone destinate a morire. Quindi  Frontex, che ha messo fine ai pattugliamenti navali, avrebbe voluto costituire una vera dissuasione ai viaggi dei migranti. Poi, di fatto, quando Frontex ha sostituito Mare Nostrum con Triton nel 2015, lo scopo principale è diventato quello di proteggere le frontiere europee e non le attività Sar e quindi, sempre secondo gli accusatori, la reale responsabilità e volontà dei governi europei sarebbero evidenti. Successivamente Triton è stata sostituita con Themis.

La denuncia, di ben 245 pagine, afferma che l’Ue avrebbe tra l’altro sostenuto direttamente la Guardia costiera libica addirittura «formando i militari sul suolo europeo e dando loro istruzioni dirette, nonché fornendo informazioni quali la localizzazione di battelli di migranti alla deriva», pur conoscendo che cosa rischiavano queste persone tornando nei centri libici e cioè «espulsioni, uccisioni, torture, stupri, persecuzioni».

Ha riferito infine Ansa che nella denuncia non vengono indicate «responsabilità specifiche di singoli politici o funzionari», ma sono citati «messaggi diplomatici e commenti di leader nazionali».

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