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Assay è un pestato di cime di rapa e broccoletti, messo in vasetti e commercializzato, nato dall’impegno di un gruppo di giovani immigrati.
È stata l’associazione Terra! a promuovere il progetto “In Campo! Senza caporale” che ha previsto 10 mesi di formazione e tirocinio in agricoltura per nove lavoratori emigrati.
Provengono infatti da Ghana, Togo, Burkina Faso e Senegal i ragazzi coinvolti nel progetto ed è proprio grazie a questo che per la prima volta sono entrati in una vera casa nella città di Cerignola (Foggia). Hanno studiato l’italiano e svolto una formazione professionale nelle aziende in cui sono stati accolti, hanno conosciuto i loro diritti e doveri di lavoratori e finalmente fatto un passo importante verso la loro completa integrazione.
Purtroppo, una volta giunti nel nostro Paese, i migranti hanno conosciuto fame e miseria, sperduti a lavorare nelle campagne della Capitanata (distretto storico-culturale pugliese che si distende al nord della regione Puglia e comprende la provincia di Foggia). Ed è proprio in questa zona che viene impiegata parte della manodopera agricola di migranti tramite i caporali; ed è sempre da qui che arrivano sulle nostre tavole molti dei prodotti di cui ci cibiamo molto spesso.
I migranti sono meri ingranaggi, purtroppo, di un’agricoltura che ha pochi mezzi e che è sfruttata dalle grandi catene di distribuzione e troppo spesso lasciata sola dallo Stato.
Ma ecco il punto di arrivo del progetto di Terra!, come spiega Fabio Ciconte, il direttore dell’associazione: «Assay è il prodotto di uno straordinario percorso che mette al centro i diritti delle persone e l’agricoltura ecologica, nel tentativo di proporre soluzioni alla condizione di sfruttamento che affligge la produzione di cibo nel nostro Paese», proseguendo poi dicendo che «Il caporalato non sarà sconfitto fino a quando non troveremo il modo, istituzioni e società civile, di lavorare su scala nazionale a modelli di produzione e distribuzione capaci di garantire il rispetto dei diritti umani e sociali a tutti i livelli della catena produttiva».
Pare, naturalmente, che non sia stato facile portare avanti questo progetto che tutt’ora non è ancora concluso e non può ancora garantire un futuro dignitoso a tutti, motivo per cui possiamo aiutare acquistando Assay nei luoghi in cui già viene direttamente distribuito o persino acquistando online.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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