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Si è tenuto a Roma un convegno sulla salute in generale promosso da Oxfam e Action per discutere strategie e proposte allo scopo di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai farmaci. È stato calcolato infatti che ancora oggi nel mondo sono oltre 2 miliardi le persone che non hanno accesso ai farmaci essenziali. Addirittura, nel 2017, sono morti oltre tre milioni di bambini e bambine sotto i 15 anni principalmente per la mancanza di farmaci di base e di vaccini.
Secondo l’analisi delle due associazioni, nel mondo l’impatto del prezzo dei farmaci è enorme, sia per le singole persone che per gli stati dove esiste un sistema di welfare.
Infatti scrive in una nota Oxfam: «Se buona parte della popolazione mondiale non ha ancora accesso ai farmaci essenziali, secondo le stime della Banca Mondiale, 800 milioni di persone ogni anno spendono almeno il 10% del bilancio familiare per spese sanitarie, mentre per circa 100 milioni di individui queste spese sono così elevate da farle precipitare in una condizione di povertà estrema ogni anno. Particolarmente grave l’impatto nei paesi in via di sviluppo: in Sud Africa, ad esempio, per patologie come il cancro al seno, perdono la vita 3.000 donne ogni anno, perché il costo del trattamento è troppo elevato per le casse dello Stato: circa 38.000 dollari per un ciclo di 12 mesi di Herceptin (farmaco antitumorale), 5 volte il reddito medio del Paese».
Purtroppo anche in Paesi ad alto reddito come il nostro (dove la spesa per i farmaci è il 20% della spesa nazionale sanitaria), afferma ancora Oxfama, diventa sempre più difficile l’accesso alle cure sempre a causa del costo troppo elevato dei farmaci.
Ma c’è di più e infatti ha affermato Francesca Belli, project director in Italia, di Action global health advocacy partnership: « Nell’anno della ricostituzione del Fondo Globale per la lotta all’Aids, Tubercolosi e Malaria chiediamo all’Italia di mantenere l’impegno nella lotta contro queste malattie, aumentando gli stanziamenti verso il Fondo Globale. Solo così si potranno salvare milioni di vite e raggiungere il terzo Obiettivo di sviluppo sostenibile definito dalle Nazioni Unite e cioè salute e benessere per tutti».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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