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Bastano 12 minuti al giorno di gesti amorevoli per essere felici. Così almeno hanno affermato I ricercatori americani dell’Iowa State University di Ames, dopo un vero e proprio esperimento sociale racchiuso in uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Happiness Studies, che hanno chiarito che, per risollevare il proprio umore e quello degli altri, sarebbe molto efficace far stare bene le persone accanto a noi.
Insomma, basta essere gentili, fare dei gesti per qualcuno, sorridere e aiutare gli altri e il regalo che se ne ricaverà in cambio, dopo queste azioni, sarà un largo sorriso che ci appagherà enormemente.
Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione dopo aver preso un campione di studenti universitari che all’interno del campus dovevano mettere in pratica alcune strategie:
Tutti gli studenti sono stati intervistati prima e dopo la camminata nel campus per misurare i livelli di ansia, felicità, stress, empatia e connessione con gli altri.
I ricercatori hanno capito che coloro che praticavano gentilezza amorevole (Amore e Rispetto) o desideravano la felicità degli altri erano più connessi con le persone e soprattutto meno ansiosi.
I ricercatori, però, si aspettavano che le persone naturalmente consapevoli di sé e degli altri potessero trarre più benefici da questo esperimento, mentre le persone narcisistiche invece avrebbero avuto difficoltà a desiderare la felicità altrui. I risultati hanno invece dimostrato quasi il contrario.
Nell’era dei social quindi il consiglio è quello di abbandonare almeno 12 minuti al giorno il proprio smartphone e iniziare a far felici altre persone oltre che noi stessi.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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