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Diversi perché unici: la settimana contro il razzismo

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Ieri, 18 marzo, si è aperta la 15a Settimana d’azione contro il razzismo, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali che si celebra il 21 marzo.

L’iniziativa è stata proposta dall’Unar del dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Quest’anno però l’ormai tradizionale appuntamento verrà prolungato nel tempo: al posto di una settimana soltanto, le iniziative continueranno durante tutto il mese di marzo con un intenso programma promosso in tutta Italia e verranno coinvolti il mondo della scuola, della musica, delle università, dello sport e delle associazioni.

Del resto il clima attuale di intolleranza verso il diverso è diventato davvero critico ed è importante coinvolgere il più possibile tutti i cittadini.

È stato anche previsto il lancio di una campagna di informazione dal titolo esplicativo “Diversi perché unici” e di uno spot che, oltre ai vari canali social, andrà in onda anche sulle reti Rai. «L’obiettivo, spiega Unar in una nota, è quello di diffondere un messaggio di rispetto e tolleranza della diversità, di contrasto nei confronti di ogni forma di discriminazione e di sostegno attivo alle vittime».

L’evento ha preso il via a Roma con testimonianze dirette di persecuzioni e discriminazioni legate ai temi della Shoah, del Porrajmos (sterminio di Rom e Sinti) e del caporalato dei braccianti.

Il calendario completo lo si può trovare qui e si segnalano tra i tanti eventi quelli musicali, lo spettacolo teatrale di Paolo Virzì “Albania casa mia” (che racconta la vita di uno dei tanti migranti giunti nel nostro Paese dall’Albania) e, nella serata finale, un incontro calcistico “In gioco contro il razzismo” tra le squadre Liberi Nantes e Montespaccato Savoia, aperto al pubblico.Si tratta di due squadre particolari perché la Liberi Nantes è riconosciuta dall’UNHCR e promuove e garantisce l’accesso allo sport a rifugiati e richiedenti asilo politico, mentre il Montespaccato Savoia coinvolge circa 600 giovani che risiedono in un quartiere romano particolarmente problematico. Non per niente, nel luglio 2018 la polisportiva a cui apparteneva è stata sequestrata a un clan per reati di mafia  ed è stata poi affidata all’Asilo Savoia. Una gara, dunque, tra due realtà sorte per restituire speranza a giovani in difficoltà, per educarli alla reciprocità e per trasmettere loro i valori di una cittadinanza attiva che accoglie e che sostiene.

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