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La Ellen Mac Artur Foundation (tra le più importanti istituzioni per la promozione e lo sviluppo dell’economia circolare) ha presentato il suo ultimo rapporto al World Economic Forum di Davos, in Svizzera evidenziando che, per ogni dollaro speso in cibo spazzatura, la società tutta paga due dollari in costi sanitari, ambientali ed economici.
Dunque, stante la minaccia per la nostra salute rappresentata dal cibo industriale è evidente l’urgenza di adottare un nuovo sistema produttivo basato sui principi dell’economia circolare.
Del resto la popolazione umana è in costante aumento e nel 2050 sarà necessario sfamare oltre nove miliardi di persone.
Il rapporto dal titolo Cities and circular economy for food, fa emergere dati molto più che preoccupanti, poiché entro il 2050 potrebbero morire cinque milioni di persone all’anno proprio a causa dei problemi creati dalla produzione industriale che ha un forte impatto sull’ambiente e sulla salute di chi lo consuma.
Non per niente gli allevamenti e l’agricoltura intensivi stanno sfruttando da decenni le risorse del nostro pianeta, immettendo nelle falde acquifere e nei prodotti di cui ci cibiamo una grande quantità di veleni veri e propri come i pesticidi usati in agricoltura o gli antibiotici usati senza alcun criterio; vada sé che inoltre sono responsabili di deforestazioni ed emissioni di gas serra.
Per cominciare a fare qualcosa di costruttivo, la Fondazione ha proposto tre iniziative da mettere in pratica:
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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