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L’appello per ora parte dalla Cia (Confederazione italiana Agricoltori) di Cuneo, ma certamente si estenderà man mano nel nostro Paese: esiste il concreto rischio di non avere sufficiente manodopera per la campagna agraria di quest’anno.
Del resto fa eco anche Coldiretti secondo la quale gli immigrati che arrivano per l’impiego stagionale rappresentano almeno un quarto della forza lavoro che opera per le coltivazioni e i raccolti e senza di loro il settore intero va in crisi. In effetti lo scorso anno gli immigrati impiegati furono 1.100 e il numero venne considerato proprio da Coldiretti “insufficiente a coprire tutte le richieste”.
Ed è proprio il delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo a spiegare: «Anche nella nostra provincia sono essenziali in molti comparti agricoli: dalla viticoltura nell’Albese, alla frutticoltura nel Saluzzese e nel Fossanese, fino all’orticoltura nel Braidese». Aggiungendo che «Al ritardo nella pubblicazione del decreto, che sollecitiamo con urgenza, si sommano ulteriori adempimenti burocratici che rallentano l’arrivo dei lavoratori».
A tutti gli effetti quest’anno si sta verificando un forte ritardo nella partenza del decreto flussi (l’anno scorso iniziò il 31 gennaio) che regola l’arrivo dei lavoratori dall’estero e, prima che le domande possano venir accettate, trascorrono settimane di tempo.
In realtà sappiamo tutti come la burocrazia estenda le sue braccia ovunque e in questi casi serve il nullaosta dello sportello unico per l’immigrazione, il parere della questura e dell’ispettorato del lavoro oltre al rilascio del visto di ingresso da parte dell’ambasciata.
In più è necessario tenere presente che il clima mite di un inverno particolare sta facendo maturare con deciso anticipo frutta e verdura.
Con un forte senso di responsabilità Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cuneo, afferma: «Il lavoro stagionale degli extracomunitari nelle nostre campagne ha un duplice valore: l’agroalimentare cuneese senza quei lavoratori sarebbe più povero; l’opportunità di lavoro che il nostro sistema agricolo offre a quei ragazzi è motivo di speranza. Siamo consapevoli che si debbano migliorare la sistemazione abitativa dei lavoratori stagionali. Da parte nostra porteremo avanti l’esperienza dei campi accoglienza, mentre le nostre imprese incrementano il numero di abitazioni a disposizione dei braccianti. Su questo versante vanno incrementate le risorse regionali di sostegno».
E termina Claudio Conterno, presidente di Cia Cuneo: «Questo percorso di regolarizzazione è sempre più difficile, ma è essenziale. Occorre che si prenda una decisione con urgenza perché se non ci saranno le regolarizzazioni in tempi utili il rischio è che le imprese si aggiustino in altro modo come avveniva anni fa. Nessuno vuole tornare al lavoro nero in questo settore».
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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