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È nato in Abruzzo un ambizioso progetto dal titolo “Coltiviamoci, insieme si può” il cui obiettivo è attuare uno scambio di esperienze tra generazioni diverse e categorie fragili, sensibilizzare i giovani al volontariato e contemporaneamente combattere solitudine ed emarginazione di cui sono spesso vittime anziani e senza fissa dimora.
L’iniziativa è stata finanziata dalla Regione con un fondo di 69mila euro ed è promossa dall’associazione Domenico Allegrino onlus di Pescara in partnership con l’associazione Meridiani paralleli di Chieti e vede la collaborazione del liceo classico Gian Battista Vico di Chieti, l’istituto agrario di Villareia di Cepagatti, l’associazione Giovanni XXIII di Chieti, il dipartimento di salute mentale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti e l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Chieti.
Il progetto ha avuto inizio a Oratorio, una contrada di Alanno in provincia di Pescara, dove una mattina si sono incontrate le associazioni insieme con un gruppo di ragazzi che hanno iniziato ad apprendere come e quando potare le viti, mettendo in atto – aiutati dagli anziani – gli insegnamenti dei docenti dell’Istituto professionale statale Servizi per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale di Villareia, in particolare Sergio Barone, Fernando Benigno e Silvana Giannantonio.
Partecipando a queste lezioni gli studenti hanno implementato il loro percorso scolastico e nello stesso tempo, lavorando insieme a persone più anziane o disagiate o addirittura senzatetto, hanno avuto modo di sperimentare una migliore integrazione e aumentare conoscenze tecniche ma anche umane, mettendo in pratica ciò che hanno appreso dai libri di scuola ma affinando la propria sensibilità nei confronti dell’altro.
Altra particolarità di Coltiviamoci sono gli orti sociali che saranno curati dai ragazzi delle scuole e dagli anziani, con una condivisione tra tecniche innovative di coltivazione ed esperienza. Gli orti, dopo la prima fase, saranno affidati agli stessi anziani, che continueranno a coltivarli con i senza fissa dimora assistiti dai volontari dell’associazione Giovanni XXIII. Contemporaneamente le storie che si svilupperanno diventeranno parte di un esperimento di teatro sociale, a cui collaboreranno tutti i protagonisti del progetto.
In realtà c’è di che essere soddisfatti, perché con Coltiviamoci si centrano in pieno gli obiettivi che l’amministrazione regionale si era data e cioè favorire l’invecchiamento attivo (per il quale esiste una specifica norma regionale) e combattere il pregiudizio.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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