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Un enorme iceberg con una superficie che viene ritenuta doppia rispetto a quella che ricopre New York, potrebbe essere in procinto di staccarsi dalla piattaforma di ghiaccio dell’Antartide nell’Oceano Atlantico.
Dei problemi dell’Antartide abbiamo scritto molte volte, per esempio in questo articolo dove si spiegava l’innalzamento delle rocce sotto i ghiacci, oppure in quest’altro deprecando il blocco di un’area marina protetta.
Intanto, l’Osservatorio “Hearth” della Nasa ha pubblicato immagini satellitari che mostrano l’inarrestabile avanzata delle crepe nei ghiacci, vere e proprie voragini che fanno davvero paura.
Purtroppo i ricercatori non sanno dire se e quando l’iceberg si staccherà né conoscono i reali impatti della rottura, ma tutti temono per le infrastrutture scientifiche e soprattutto per la presenza umana nella Brunt Ice Shelf, dove è presente fin dal lontano 1955 la stazione di ricerca Halley VI dove opera la British Antarctic Survey che ha svolto ricerche e fatto grandi scoperte come per esempio quella relativa al buco nell’ozono. Per ogni evenienza, la stazione britannica ha deciso di chiudere e di spostarsi di circa 23 chilometri e il suo trasferimento avverrà tra marzo e novembre.
In particolare, l’attenzione degli scienziati è rivolta a due crepe, la prima che avanza verso est denominata “The Halloween Crak” e la seconda che invece si sposta verso nord al ritmo impressionante di 4 chilometri l’anno. Infatti, è proprio l’avanzamento di questa seconda spaccatura che preoccupa maggiormente, dal momento che è rimasta ferma e stabile per ben 35 anni. Naturalmente la sua accelerazione è la più pericolosa poiché mette a rischio il futuro della stazione scientifica dove si alternano numerosi scienziati, tecnici e operatori.
Quanto sta accadendo in Antartide non è altro che l’ennesimo allarme per il riscaldamento globale e sappiamo che l’innalzamento del livello dei mari è dovuto allo scioglimento dei ghiacci.
Anche se la Nasa sottolinea che esistono iceberg più grandi come dimensioni, il distacco di questo potrebbe essere il più importante da quando sono iniziate le osservazioni nei primi anni del ventesimo secolo.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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