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“Dove bisogna stare”, così s’intitola il nuovo film di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli, già presente nelle sale italiane per raccontare la situazione di un’Italia che nonostante stia andando sempre più a fondo, ha ancora qualche possibilità di salvezza.
Questo, grazie a persone come Lorena, una pensionata che ogni giorno scavalca un cancello per testare un sentiero, una donna con la tenacia di chi crede che battersi per una giusta causa sia ancora possibile. Una cittadina che lotta per dedicarsi agli altri, ai migranti provenienti dai Balcani che vivono nei boschi di Pordenone.
Lorena, insieme ad altre tre donne italiane, Elena, Giorgia e Jessica rappresenta l’Italia migliore, l’Italia che può ancora avere uno spiraglio di luce. La pellicola prodotta con l’aiuto di Medici senza frontiere da ZaLab è uno scenario che serve a trovare soluzioni nel problema dell’immigrazione in Italia.
Giorgia, a Como, ha lasciato il suo lavoro di segretaria per aiutare i nuovi arrivati; Elena, in Val di Susa, si occupa di chi prova a superare le Alpi per arrivare in Francia rischiando la vita. Infine c’è Jessica, di Cosenza che gestisce il Rialz, un edificio dove vivono sia italiani che stranieri.
Secondo Medici senza frontiere, in Italia, oltre 10.000 migranti in fuga da guerre, catastrofi naturali e miseria, vivono in situazioni drastiche e senza un tetto sulla testa. Questi dati sono stati inseriti all’inizio del film.
Giuseppe De Mola, curatore di Fuoricampo però ci rincuora così: “L’unica nota positiva è la presenza di tante persone, soprattutto donne, che a titolo gratuito fanno di tutto per aiutare queste persone. Per questo abbiamo pensato di restituire visibilità e valore a questi attivisti, che mostrano un’Italia migliore”.
Dopo le anteprime dei giorni scorsi a Roma e Torino, il film sarà presto disponibile in tutta Italia.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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