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Su un’isola, a largo delle coste settentrionali dell’Australia esiste una comunità di 500 persone che parlano ben 9 lingue differenti. La piccola Babele è uno dei pochi posti rimasti al mondo in cui diverse lingue indigene coesistono tra loro.
E’ un piccolo pezzetto di terra su cui vivono 500 persone parlanti 9 lingue differenti che, per comunicare, non fanno altro che utilizzare il meccanismo del multilinguismo recettivo. La comunità di Warruwi sull’isola di South Goulburn comunica con il Mawng, il Bininj Kunwok, lo Yolngu-Matha, il Burarra, lo Ndjébbana, il Na-kara, il Kunbarlang, l’Iwaidja e infine il creolo dello Stretto di Torres. Nell’insieme è presente anche l’inglese ma non è usato per comunicare nel caso in cui si abbiano difficoltà di comprensione, come ci si aspetterebbe.
Gli abitanti del luogo riescono a comprendersi perché ciascuno capisce alcuni o tutti gli altri idiomi ma continua a rispondere nel proprio. E’ questa la funzione del multilinguismo recettivo, come ad esempio alcuni anglofoni che vivendo in zone di confine degli Stati Uniti, comprendono lo spagnolo ma non lo parlano o lo parlano poco.
“Quando ho iniziato a lavorare al multilinguismo e a prestare attenzione a come le persone utilizzavano i diversi linguaggi, ho iniziato a sentire conversazioni in multilinguismo recettivo in tutta Warruwi, per esempio tra due uomini che lavoravano per riparare una staccionata”, spiega Ruth Singer all’Atlantic. La Singer è una linguista dell’Australian National University e ha recentemente studiato il multilinguismo recettivo di Warruwi, esponendo le sue osservazioni in un articolo su Language and Communication.
Nella comunità di Warruwi le diverse lingue appartengono alle origini territoriali per cui la lingua è considerata “una proprietà” del clan di origine. Si può parlare una lingua solo se si ha il “diritto” di farlo in quanto passare a un idioma diverso dal proprio significa reclamare qualcosa che non appartiene. Però si può comprendere un’altra lingua ed è questo il motivo per cui a Warruwi si è diffusa la comunicazione mista. Questo processo ha fatto in modo che le persone possano comprendersi e allo stesso modo salvaguardare la propria cultura.
Il multilinguismo recettivo è diffuso e istituzionalizzato in diverse parti del mondo ma la particolarità di Warruwi è che anche la comprensione è considerata un’abilità linguistica e non una sorta di apprendimento di una lingua che non si sa parlare.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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