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La 58esima Biennale d’Arte di Venezia 2019 ospiterà un evento collaterale dedicato alla cultura romanì. Si tratta del progetto FUTUROMA, basato “su aspetti dell’Afroturismo per esplorare il ruolo dell’arte contemporanea rom nel definire, riflettere e influenzare la cultura rom”. Ne sarà curatore Daniel Baker, inglese del 1961, affermato artista, curatore e teoretico dell’estetica romanì. Baker “ha conseguito un dottorato di ricerca sul tema dell’estetica romanì al Royal College of Art di Londra. È stato consigliere nelle due precedenti presenze rom alla 52. e 54. Biennale d’Arte di Venezia intitolate Paradiso Perduto (Paradise Lost) e Chiamate il Testimone (Call the witness)”.
L’iniziativa è stata assunta dall’Istituto Europeo per le Arti e la Cultura Rom (ERIAC) – primo istituto europeo di cultura rom -, organizzazione fondata nel 2017 a Berlino dal Consiglio d’Europa, dall’Open Society Foundations e da Alliance for European Roma Institute for Arts and Culture. L’ERIAC ha l’obiettivo di combattere i pregiudizi verso la popolazione rom attraverso l’arte, la cultura, la storia, i media e di diffondere e valorizzare il contributo rom alla cultura europea.
In particolare, come si legge in una nota dell’agenzia giornalista AG Cult, l’Istituto “mira ad un’inclusione duratura dei rom alla Biennale di Venezia, cercando di garantire uno spazio a lungo termine a una Mostra Rom. Non appartenendo a uno Stato Nazione, la Mostra si propone come ‘evento collaterale’ e non come padiglione nazionale. Questa Mostra, quindi, inizia con molte sfide: un’esposizione permanente potrebbe divenire il luogo da cui sviluppare progetti innovativi oltre che un lavoro interdisciplinare sperimentale nel campo dell’arte e della cultura rom. Nel contesto della Biennale di Venezia, una mostra romanì ha il potenziale per essere riconosciuta come spazio di intuizione, nuove idee, discorsi e tendenze dell’arte contemporanea europea”.
Per quanto riguarda la direzione artistica della presenza romanì alla Biennale, “nei mesi scorsi l’Istituto aveva lanciato una call per scegliere un curatore che proponesse un evento collaterale alla 58esima Biennale d’Arte di Venezia (11 maggio-24 novembre 2019). Una giuria internazionale, composta da illustri accademici ed esperti d’arte (Ethel Brooks, Tony Gatlif, Miguel Ángel Vargas e la direzione dell’ERIAC)” ha selezionato il vincitore, dandone comunicazione nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Venezia lo scorso 30 ottobre presso la sede italiana del Consiglio d’Europa.
L’evento ha visto la partecipazione della direttrice dell’Ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa Luisella Pavan-Woolfe, della direttrice esecutiva di ERIAC Tímea Junghaus, della presidente dell’Alliance per ERIAC Dijiana Pavlovic, dell’artista rom Santino Spinelli, del curatore e critico d’arte Giorgio Grasso e di rappresentanti dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale italiano.
Non resta che attendere FUTUROMA, nella consapevolezza che il Bando dell’ERIAC ha cercato un progetto ambizioso di “un curatore coraggioso e visionario con una proposta che parla profondamente, sensatamente e autenticamente dall’interno della soggettività rom. Il progetto proposto deve avere la capacità di utilizzare il potere trasformativo dell’arte per avere un impatto sulla vita dei rom”.
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Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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