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La Regione Basilicata diffida Total per il giacimento Tempa Rossa

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L’assessore all’Ambiente ed Energia della Basilicata Francesco Petrantuono  ha reso nota la decisione della Regione di diffidare la Total a mettere in funzione “anche in forma di prova temporanea” il centro petrolifero di Tempa Rossa.

Infatti l’azienda aveva iniziato – nei primi giorni del mese di settembre – a eseguire prove funzionali della piattaforma estrattiva senza aver ottemperato ad alcuni obblighi previsti negli atti di autorizzazione ministeriale. Si legge quindi nella nota formulata dall’assessore che in particolare mancano il piano di monitoraggio dell’impianto – addirittura in corso di definizione – e il piano di emergenza esterno. Non per nulla ha precisato Pietrantuono: «Le prove sono necessarie prima dell’entrata in attività completa dell’impianto, ma non possono avvenire prima che tutti gli atti siano concordati e approvati”».

Tempa Rossa è un giacimento petrolifero situato nell’alta valle del Sauro, nel cuore della Basilicata, nel Sud Italia. Il progetto si estende sul territorio del Comune di Corleto Perticara e in quello di Gorgoglione in provincia di Potenza. A regime l’impianto, secondo quanto riporta Total – proprietaria del giacimento – avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50mila barili di petrolio, 230.000 metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 di zolfo.

Il giacimento è stato scoperto nel 1989 ed è particolare per la natura degli idrocarburi presenti (oli pesanti e zolfo) ma anche per il suo contesto ambientale. Infatti è situato tra il parco regionale di Gallipoli Cognato e il parco nazionale del Pollino, quindi la concessione si trova nel cuore di una regione di alto valore turistico per la bellezza dei suoi paesaggi; si estende su un territorio geologico segnato da una sismicità ben nota e una rete idrogeologica complessa.

La diffida alla Total è stata notificata “per la mancata ottemperanza alle prescrizioni riportate nella Dgr di autorizzazione n.1888/2011 e nell’allegato 1 della Delibera Cipe n.18/2012 che comportano l’impossibilità di avviare le attività di estrazione”.

Una decisione coraggiosa e giusta, quella della Regione Basilicata, che difende il proprio territorio e i propri abitanti da una grande azienda petrolifera francese che faceva parte di quelle che Enrico Mattei definì “le sette sorelle” per esprimere il concetto di grandi aziende che formavano un cartello sul mercato.

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