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In Europa sono aumentati del 50% i giovanissimi che fumano sigarette

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Una ricerca dell’Università di Verona nell’ambito del progetto Alec (Ageing lungs in european cohorts) svolta in Europa rivela che il fumo di sigarette attira sempre i giovanissimi e, dagli anni novanta a oggi, addirittura si è affermata una crescita del 50% di fumatori tra gli 11 e 15 anni.

Lo studio, pubblicato dalla rivista “Plos One , è stato  coordinato da Deborah Jarvis e poi spiegato dal docente dell’Università veronese professor Alessandro Marcon, dalle cui parole emerge che i Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno sono quelli del Sud Europa, mentre vanno decisamente meglio le nazioni del Nord. Ciò però non è dovuto a una maggiore prevenzione del fenomeno o a una diversa educazione, bensì all’alto costo delle sigarette (circa 10 euro al pacchetto) che diventa un forte deterrente.

Invece il consumo di tabacco nella fascia di età tra i 16 e 20 anni è rimasto invariato nel corso degli anni.

Del resto, come sempre, sarebbe l’esempio dei coetanei l’evento decisivo: quasi il 60 per cento dei giovanissimi  afferma  di essere stato avviato al fumo da amici o di essersi lasciato tentare da altri ragazzi che già fumavano. Ci sono poi quelli che hanno provato e hanno apprezzato il “sapore” delle sigarette (il 17%) e quelli che hanno provato le sigarette per il desiderio di sentirsi più grandi, per l’influenza di familiari tabagisti o quella di un partner. Emerge anche la “moda” delle sigarette fatte a mano, preferite dai più giovani anche perché più economiche.

Afferma infatti il professor Marcon – docente di  Epidemiologia e Statistica medica e primo autore di questo studio – :«Abbiamo ricostruito la storia di esposizione al fumo di 120 mila cittadini residenti in 17 Paesi europei per valutare i trend temporali nell’incidenza di nuovi fumatori in un periodo di 40 anni. L’obiettivo del progetto Alec è stato studiare i fattori di rischio delle malattie respiratorie, con particolare attenzione alle esposizioni, come quella al fumo, i cui effetti avversi potrebbero coinvolgere le generazioni successive, e valutare il potenziale impatto degli interventi di salute pubblica mirati a contrastarli».

E prosegue allarmato: «Il risultato più preoccupante dello studio riguarda i giovanissimi e il loro rapporto con il fumo: nella fascia 11-15 anni si è osservato un aumento dei nuovi fumatori dal 1990 in poi».

Sempre il professor Marcon fa poi notare che invece la diminuzione di fumatori nella fascia di età tra i 16 e 20 anni è stata costante dal 1970 in avanti, tranne, appunto, che nell’Europa del Sud, cioè Italia, Spagna e Portogallo, mentre è stata notevole nei Paesi scandinavi e nel Regno Unito.

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