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La nave Aquarius di Sos Mediterranèe è quasi pronta a salpare di nuovo

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Della nave Aquarius della Ong Sos Mediterranèe e della sua vicenda che l’aveva portata ad attraccare a Valencia per lo sbarco di 629 migranti avevamo raccontato in questo editoriale.

La nave è gestita in partnership con Medici senza frontiere e da circa un mese è attraccata al Molo 2 del Vecchio porto di Marsiglia, accanto a varie navi mercantili che affollano il porto secolare.

La sosta è stata tecnica per riassetto e piccole sistemazioni, ma è stata prolungata anche alla luce dell’incertezza che si è venuta a creare a causa del nuovo scenario politico in Italia.

L’Aquarius è infatti stata oggetto di un vero e  proprio tira e molla che l’ha costretta a prolungare il suo viaggio di alcuni giorni, sovraffollata e con carenza di viveri. Da allora – era il 17 giugno scorso – ogni salvataggio in mare di migranti ha rappresentato un caso politico.

Purtroppo, come indicano i dati dell’Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni), le vittime sulla rotta del Mediterraneo Centrale sono state ben 564. È vero che questo numero di morti è in linea con quello dell’anno precedente – quando i decessi in mare furono 529 – ma gli arrivi del 2017 erano il triplo di quelli di quest’anno.

Pertanto la sosta tecnica è stata effettuata anche per un migliore adeguamento al nuovo contesto in cui Sos Mediterranèe effettuerà le operazioni di Sar (Search and Rescue) e soprattutto per prepararsi eventualmente a una prolungata permanenza in mare nel caso si dovesse verificare nuovamente una situazione di blocco o di ritardo sbarchi delle persone soccorse. Ci saranno quindi maggiori riserve di viveri, ma anche gli equipaggiamenti – come per esempio le lance di salvataggio – avranno maggiore autonomia: se in tempi anche recenti tra il soccorso e lo sbarco passavano solo 2 o 3 giorni, ora i tempi non sono più definibili.

Ha dichiarato Mathilde Auvillain, funzionario della comunicazione di Sos Mediterranèe: «Su questa nave sono state soccorse quasi 30mila persone in questi anni. In mare non si dovrebbe fare politica, solo tendere la mano alle persone, soccorrerle e portarle in un porto sicuro. Noi siamo soccorritori, il nostro compito è aiutare chi sta annegando. E in questo momento il bisogno di aiuto è urgente. Sentiamo una vicinanza forte della società civile e continuiamo a ricevere donazioni da parte di persone che ci chiedono di tornare a soccorrere in mare. È un sostegno importante, che viene dal basso. Ed è proprio dal basso che stiamo ricevendo le maggiori dimostrazioni di vicinanza”.

Non c’è ancora una data ufficiale per il ritorno in mare dell’Aquarius, ma si presume che possa essere presto, tra fine luglio e i primi giorni di agosto, con grande sollievo da parte di tutti, salvatori e salvati.

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