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La legionella, ecco cos’è e come difenderci

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Abbiamo sentito parlare di allarme legionellosi o legionella, di fronte a tre decessi avvenuti a Bresso, vicino Milano. Sembrerebbe che i casi siano in aumento, che alcuni nuovi malati siano ricoverati in ospedale ma che diversi siano anche già stati dimessi.

Cerchiamo quindi di fare chiarezza su questa malattia, il cui batterio non si trasmette direttamente da uomo a uomo.

Si tratta di un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. Deve il suo nome a un’epidemia che si era diffusa tra i partecipanti al raduno della Legione Americana a Philadelphia, nel Bellevue Stratford Hotel. In quel caso – era il 1976 – la fonte di contaminazione batterica venne identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.

I batteri di legionella sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive – anche quelle termali – fiumi, laghi, stagni e fanghi. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici: serbatoi, tubature, fontane, piscine e docce che possono agire come amplificatori e diffusori  del microrganismo. La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento.

In particolare il rischio di acquisizione della malattia è correlato al sistema immunitario del soggetto colpito e alla quantità di esposizione al batterio.

L’incubazione della malattia va da 2 a 10 giorni, si manifesta come una polmonite e può recare febbre, dolore toracico, dispnea e tosse catarrosa. Ci possono essere alcune complicanze anche cardiache o renali.

Se è vero che ogni caso di legionella va trattato in base a valutazioni del medico, è altrettanto vero che le terapie sono in genere antibiotiche attraverso macrolidi e chinoni. La mortalità è molto bassa.

Sarà importante invece adottare nuove strategie contro un’infezione che è sempre più ricorrente e di cui si parla con allarme solo in alcuni momenti: sarà infatti la nostra cura sulla rete idrica da cui attingiamo a evitare casi di infezioni. Oppure la nostra sorveglianza di impianti di raffreddamento ad acqua come i condizionatori.

È consigliabile, per esempio, evitare di bagnare i giardini con irrigatori a spruzzo, con canne di plastica lasciate al sole; attenzione anche agli aerosol, per i quali è meglio non utilizzare acqua del rubinetto; attenzione anche alla doccia calda, meglio evitare di respirare il primo vapore che esce (il batterio vive e prolifera a temperature che vanno dai 20 ai 45 gradi centigradi, mentre a temperature superiori ai 55 gradi muore).

Ulteriori informazioni si trovano sul portale a tema.

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